Vita in stazione: “Spaccio e degrado, siamo dovuti fuggire”

9 novembre 2017 | 07:08
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Vita in stazione: “Spaccio e degrado, siamo dovuti fuggire”

La denuncia di Sonia Rota che viveva con i genitori in un condominio che sovrasta la stazione di servizio in piazzale Tricolore. “Aggredita da tre africani, chi rispetta le regole è un cittadino di serie B”

REGGIO EMILIA – Un far west in salsa nigeriana: tutte le sere gruppi di immigrati si trovano dietro alla stazione di servizio di piazza Tricolore e fanno di tutto, tanto che gli inquilini del condominio Tricolore, che ormai legittimamente non ne possono più, segnalano un vasto repertorio di fastidiose manifestazioni di inciviltà: spaccio e consumo di droga, consumo di alcolici somministrati illegalmente da un market (foto), un giro di biciclette probabilmente rubate, schiamazzi, persone che urinano all’aria aperta sotto alle loro finestre, ma anche episodi di violenza grave, come risse con feriti e tentativi di aggressione scampati all’ultimo.

E’ tutto questo un caso? No: la situazione è arcinota alle istituzioni (sono stati presentati esposti e segnalazioni per tutti i gusti), che però non sono riuscite a trovare una soluzione. Chi rispetta le regole è un cittadino di serie B: confidando nella sua pazienza, lo Stato se la prende comoda. Intanto però gli episodi gravi non mancano: la situazione è stata segnalata l’ultima volta sabato mattina scorso, nel corso di un incontro a cui erano presenti la presidente dell’associazione Reggio Civitas Valentina Iannuccelli, l’amministratrice di condominio Tiziana Bertone e il consigliere comunale del Pd Dario De Lucia.

Poche settimane fa Sonia Rota, ex residente del condominio Tricolore costretta ad andarsene per eccesso di degrado, ha lasciato basite le decine di persone che si erano riunite ad una serata per la sicurezza della zona stazione organizzata dal Cres di Grasselli: la donna ha raccontato con grande compostezza di come sia stata inseguita, minacciata e terrorizzata da tre africani che avevano preso parecchio male i suoi rimproveri per le auto parcheggiate a caso davanti all’ingresso della casa.

Erano i primi di giugno: la signora era stata a trovare i suoi genitori, è uscita dal condominio e ha trovato il solito assembramento di stranieri un po’ ubriachi e un po’ drogati. La solita routine in quell’angolo di Reggio: un fabbricato della stazione di servizio adiacente copre completamente alla vista dei passanti l’ingresso del condominio. Si crea un ‘budello’ di cemento in cui gi immigrati possono fare indisturbati quello che vogliono: e ogni sera, specie d’estate, è una grande festa.

Arriva una signora che porta al market etnico del pianterreno cibo già cotto e alcol, ci si droga in compagnia e così si passa la serata. Quella sera la signora Rota ha protestato per l’impossibilità di muoversi in auto nello spiazzo antistante la casa: auto parcheggiate caoticamente ovunque. Apriti cielo. “In tre – racconta Sonia Rota – si sono inferociti, mi hanno seguito fino alla mia auto. Mi sono dovuta chiudere dentro mentre i tre prendevano di mira la mia vettura e iniziavano a scuoterla, minacciandomi di qualsiasi cosa. A mia volta ho minacciato a gran voce di chiamare la polizia e alla fine se ne sono andati”.

Non si tratta di un episodio sporadico: ricordate la rissa del settembre 2015 con machete, coltelli e pistola tra trenta nigeriani in stazione? La parte finale dello scontro fu proprio davanti al condominio Tricolore, esattamente sotto al portone della signora Rota e della signora Viani.

Il proprietario del market si avvicina con fare minaccioso al fotografo (Foto Elite)

E’ un caso che tutto questo avvenga puntualmente in questo quadrante di città? Ancora una volta, pare proprio di no: analoghi episodi avvengono in via Vecchi, in un condominio monopolizzato da nigeriani. Se si considera l’ormai palese sfruttamento della prostituzione nella zona, che di sera è sorvegliata metro a metro dagli sfruttatori nigeriani, si può concludere che ci sono tutti i segnali per dedurre la presenza di gruppi malavitosi organizzati di origine nigeriana.

Il contesto in cui maturano i problemi è certamente quello della povertà e del degrado sociale: i gestori del market che fa da punto di ritrovo degli immigrati africani vivono in condizioni difficili. Uno dei due, ex magazziniere disoccupato, ci dice che vive in macchina e afferma di lavorare per pochi euro al giorno. L’amministratrice di condominio sta ancora cercando di ottenere dal proprietario del locale un contratto di affitto del market. I due gestori raccontano di pagare in contanti, ma non sanno fornire lo straccio di un contratto. Peccato che il condominio, oberato da debiti pregressi per oltre 20mila euro, faccia fatica ad iniziare una azione legale.

Morale della favola: Sonia Rota e i suoi genitori se ne sono dovuti andare dal condominio, pur avendo un appartamento al suo interno, ora completamente svalutato. Chi resta, come Antonella Viani e la sua famiglia, è costretta a fare buon viso a cattivo gioco: “Violenze ce ne sono state, specie nei primi tempi in cui si radunavano qui: bottiglie spaccate e date in testa… Quando non lavorano sono tutti qui: lunedì pomeriggio passa un loro pastore, arriva con una bibbia e una birra in mano, gli fa un gran predicone e poi… tutto ricomincia come prima”. Al market “si versano bicchierini di Vecchia Romagna, poi arriva una signora con gli spiedini di carne in un bel secchio di plastica… E poi fanno quello che vogliono. Se li sgrido rispondono in modo molto gentile, ma la sensazione è che ti prendano in giro”.