Luzzara, ai domiciliari per spaccio continua a vendere droga

28 novembre 2017 | 10:16
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Luzzara, ai domiciliari per spaccio continua a vendere droga
Luzzara, ai domiciliari per spaccio continua a vendere droga
Luzzara, ai domiciliari per spaccio continua a vendere droga

Manette per due cittadini pakistani, fra cui un richiedente asilo ospite della Dimora d’Abramo, che rifornivano un loro connazionale. L’eroina affluiva da via Turri. I carabinieri di Luzzara e del nucleo operativo di Guastalla hanno sequestrato due etti di droga in ovuli destinata alla piazza reggiana

LUZZARA (Reggio Emilia) – Lo scorso mese di giugno era finito ai domiciliari nell’ambito dell’indagine “Pak-connction2” che aveva visto i carabinieri della compagnia di Guastalla smantellare un’organizzazione di cittadini pakistani dediti allo spaccio di eroina per le piazze della bassa reggiana e mantovana. Sebbene ai domiciliari, tuttavia, continuava ad essere approvvigionato di eroina grazie a due connazionali che gli consegnavano a domicilio la droga.

A scoprirlo ieri i carabinieri di Luzzara che, con il supporto del nucleo operativo della compagnia di Guastalla, hanno arrestato con l’accusa di concorso in spaccio e detenzione illecita di sostanze stupefacenti i pakistani Hassan Muhammad, 22 anni, e Nadeem Munir, 33 anni, entrambi residenti a Reggio Emilia, il primo in via Col di Lana (richiedente asilo ospite della Dimora d’Abramo) e il secondo in Via Turri da cui partivano le ingenti consegne di eroina.

I due sono stati portati in carcere a disposizione di Giacomo Forte, sostituto procuratore che coordina le indagini che hanno portato al sequestri di circa 2 etti di eroina confezionata in ovuli. L’origine dei fatti ieri mattina alle 11 quando una pattuglia della stazione dei carabinieri di Luzzara è andata nell’abitazione del 33enne Sultan Memhood per controllarlo dato che era ai domiciliari dallo scorso mese di giugno nell’ambito dell’indagine antidroga Pak-Connection2 (una prosecuzione di Pak-Connection avviata a seguito della morte sempre nel reggiano di un corriere ovulatore).

All’arrivo i carabinieri hanno notato una Fiat Punto nascosta dietro una siepe del cortile dell’abitazione del detenuto dove i militari sono andati ottenendo, dopo aver bussato ripetutamente, l’apertura della porta di casa. Alla richiesta della presenza di estranei in casa l’immigrato ha risposto dicendo che c’era un connazionale che gli aveva portato la spesa. Tuttavia i militari hanno visto anche una seconda persona, sempre di nazionalità pakistana, motivo per cui hanno approfondito gli accertamenti anche con il supporto dei colleghi del nucleo operativo e della stazione di Novellara giunti in supporto ai colleghi di Luzzara.

Nel corso dei controlli culminati con una perquisizione domiciliare i carabinieri hanno trovato nascosti in un termosifone alcuni ovuli contenenti 70 grammi di eroina che erano appena stati consegnati al 33enne ai domiciliari dai due pakistani presenti in casa che poi sono stati arrestati. I carabinieri hanno poi perquisito le loro case. In quella del 22enne non hanno trovato droga, mentre nell’abitazione di Via Turri, occupata da Nadeem Munir, i carabinieri hanno trovato, all’interno della tasca di un giubbotto grigio appeso nell’armadio, due ovuli contenenti eroina del peso di mezzo etto l’uno.

All’interno di un cassetto di un mobile della stessa casa i militari hanno trovato una ventina di grammi dello stesso stupefacente.

Le indagini che avevano portato a giugno all’arresto del 33enne Sultan Mehmood, oggi ai domiciliari, erano state avviate dai carabinieri del nucleo operativo di Guastalla dopo la morte di Muhammad Asghar, il corriere di stupefacenti trovato, alla vigilia del Natale del 2015, nudo e riverso in terra in una strada delle campagne della bassa reggiana e morto dopo alcune ore all’ospedale di Reggio Emilia.

La morte fu ricondotta, grazie alle indagini del sostituto procuratore Giacomo Forte a due connazionali arrestati il 12 giugno 2016 per omicidio e traffico di stupefacenti. I successivi approfondimenti hanno poi collegato Sultan ai due imputati, con i quali il 33enne era in contatto per rifornirsi dell’eroina che poi rivendeva in tutta la Bassa.