Gattatico, scovato il tesoro della banda: 100mila euro di merce

4 novembre 2017 | 09:31
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Gattatico, scovato il tesoro della banda: 100mila euro di merce

Migliaia di capi d’abbigliamento, centinaia accessori di prego in titanio e carbonio per biciclette e numerosa attrezzature edili trovati in un casolare nelle campagne di Taneto

GATTATICO (Reggio Emilia) – Furgoni e auto rubate per bloccare le strade e impedire l’intervento dei carabinieri per mettere a segno furti di ingente valore ai danni di aziende e negozi. Colpi studiati nei minimi particolari quelli compiuti in tutto il nord Italia dalla banda della Volvo così ribattezzata perché tra i mezzi utilizzati per bloccare le strade o sfondare le vetrate c’è sempre una Volvo XC 90 (macchina utilizzata nel reggiano per sfondare la vetrata del Mediaworld e a San Martino in Rio per bloccare la strada durante il furto in un’azienda logistica di capi d’abbigliamento firmati).

I carabinieri di Gattatico e Guastalla hanno trovato giovedì sera, in via Bergamina a Taneto di Gattatico, il deposito della refurtiva ricavato in un casolare in disuso dove i carabinieri hanno messo le mani su un’ingente partita di refurtiva, del valore di oltre 100.000 euro, che si ritiene sia da ricondurre proprio alla banda della Volvo. I militari si sono imbattuti in due sconosciuti che, alla vista dei carabinieri, sono usciti dal casolare e sono fuggiti. Tra la refurtiva recuperata, migliaia di capi d’abbigliamento firmati per bambini rubati la notte del 24 ottobre alla Snatt Logistica di Campegine, centinaia di accessori di pregio in titanio e carbonio rubati la notte del 30 settembre in un’azienda all’ingrosso che tratta componenti per biciclette di Zola Predosa, nel bolognese e numerosa attrezzattura edile la cui provenienza furtiva è in corso di accertamento.

Le indagini, coordinate dalla Procura reggiana, ora mirano a risalire proprio sia agli autori materiali dei furti che al braccio “logistico” della banda che potrebbe aver base proprio nel reggiano. Nel frattempo sono in corso battute nell’intera provincia reggiana per localizzare eventuali ulteriori capannoni usati come magazzini dove la refurtiva era stoccata e appositamente catalogata pronta per essere ceduta a compiacenti ricettatori.