“A Torino l’acqua sarà pubblica: perché non lo è a Reggio”

14 ottobre 2017 | 16:58
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“A Torino l’acqua sarà pubblica: perché non lo è a Reggio”

Fantuzzi: “Nonostante l’impegno preso dall’attuale sindaco, un referendum e ben 4.000 firme raccolte, si è scelta una bizzarra soluzione mista che peraltro pare sempre più meramente dilatoria”

REGGIO EMILIALunedì 9 ottobre il Comune di Torino ha approvato la delibera di trasformazione di SMAT spa in azienda di diritto pubblico, che si realizzerà nell’aprile 2018. E a Reggio Emilia? La notizia ha, francamente, la portata di una bomba, e non dovrebbe sfuggire ai più lo stridente contrasto tra le due realtà, guarda caso entrambe socie di rilievo di Iren.

A Torino, nonostante un decennale e pesantissimo debito nei confronti della multiservizi, si è avuto il coraggio di togliere SMAT dalle possibili mire espansionistiche di Iren. Invece a Reggio Emilia, nonostante l’impegno preso dall’attuale sindaco, un referendum e ben 4.000 firme raccolte, si sono addotte via via motivazioni infondate e risibili e si è scelta, senza alcuna apparente ragione, una bizzarra soluzione mista che peraltro pare sempre più meramente dilatoria: non a caso, i margini di Iren si basano per ben un quarto sul servizio idrico.

Dato che l’acqua, come hanno chiesto nel 2011 27 milioni di italiani, non dovrebbe essere oggetto di profitto e speculazione, una domanda sorge spontanea per il nostro Sindaco: perchè egli ha tradito il sesto punto del proprio programma elettorale? Il Comune di Reggio Emilia non ha debiti verso Iren: dunque quali sono i reali motivi che hanno portato a voltare le spalle a 265.000 cittadine e cittadini reggiani? Sindaco Vecchi: è ora di rispondere a tutte e tutti loro.