Punto nascita Castelnovo, i sindaci: “Un errore chiuderlo”

5 ottobre 2017 | 17:06
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Punto nascita Castelnovo, i sindaci: “Un errore chiuderlo”

Partito Democratico, Sinistra Italia e Mdp: “Che sbaglio”

REGGIO EMILIA – I sindaci reggiani dell’Unione dei Comuni dell’Appennino esprimono con una sola voce il loro disappunto sulla decisione del ministero della Salute di chiudere il punto nascita dell’ospedale Sant’Anna di Castelnovo Monti. “Ne prendiamo atto, abbiamo sempre detto di voler porre la sicurezza delle partorienti e dei neonati al primo posto, ma restiamo convinti che sia una scelta sbagliata perche’ in questo modo si indebolisce la fascia appenninica”, affermano i sindaci.

“Alla fine – proseguono – si e’ scelto di ridurre la decisione ai soli parametri numerici, quando a nostro parere se si fossero volute costruire le condizioni di sicurezza necessarie, sarebbe stato possibile farlo e mantenere aperto almeno un punto nascite nella zona montana. Restiamo convinti che il parametro sicurezza andasse valutato in un ambito piu’ ampio”.

Alla Regione che ha annunciato finanziamenti in arrivo per potenziare le strutture sanitarie locali, “chiediamo con urgenza di intervenire sul territorio per illustrare questi progetti e interventi di cui non conosciamo tutt’ora i dettagli, ma anche in generale per spiegare cosa sara’ fatto per l’accompagnamento al percorso della nascita, la situazione e lo sviluppo di tutti i reparti dell’Ospedale Sant’Anna e i servizi sanitari sul territorio”, aggiungono i sindaci. Proponendo infine un tavolo di confronto con i rappresentanti degli altri territori appenninici emiliano-romagnoli che oggi si trovano nelle nostre stesse condizioni.

Critico anche Guido Tirelli, coordinatore Pd della zona Montana di Reggio Emilia, secondo cui, “non c’e’ stata una discussione pubblica nel merito sufficientemente approfondita e adeguata all’importanza di quanto stava per accadere”. Ora, prosegue Tirelli, “vogliamo conoscere e discutere pubblicamente tutte le motivazioni e chiediamo che Regione e Provincia riaprano subito un tavolo sul nostro territorio montano, per confrontarci sui servizi sanitari e sul Sant’Anna nel suo insieme”.

Di decisione “inaccettabile” parla anche il consigliere regionale di Sinistra italiana Iuri Torri, che sottolinea: “Negando la deroga il ministero della Salute, e quindi il Governo, si assume una grave responsabilita’: quella di privare tutto l’Appennino emiliano-romagnolo di un servizio il cui valore va oltre l’aspetto sanitario.

Una ulteriore stroncatura alla posizione del ministero arriva infine dalla consigliera Silvia Prodi (Mdp): “Scelta profondamente sbagliata rispetto alla lettura di un territorio che andrebbe presidiato in tutti i suoi servizi, garantendo semmai un sistema integrato in rete con la citta’ capoluogo”.