Provincia, dipendenti in sciopero: “Siamo al collasso”

7 ottobre 2017 | 06:35
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Provincia, dipendenti in sciopero: “Siamo al collasso”

I sindacati: “Per il 2018 mancano oltre 11 milioni, la carenza di personale è drammatica”. Il presidente Manghi: “Continueremo a sollecitare Governo e Parlamento”

REGGIO EMILIA – “Abbiamo esposto le nostre ragioni con un simbolico flash mob (foto) di presidio davanti al Palazzo Allende e con lo sciopero nazionale del personale delle Province e delle Città metropolitane indetto da Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl” dichiarano Paolo Consolini della Fp Cgil, Davide Battini della Cisl Fp e Mauro Chiarini della Uil Fpl.

“Una scelta – proseguono – che si è resa inevitabile a causa della riforma che ha investito questi enti, della quale, gli unici risultati tangibili sono stati i tagli delle risorse e il blocco delle assunzioni senza una adeguata valutazione delle possibili conseguenze. Ciò ha fortemente compromesso la possibilità di garantire quelle funzioni fondamentali che essi assicuravano, come gli interventi nell’edilizia scolastica e la manutenzione delle strade, oltre alla pianificazione territoriale provinciale, alla tutela e valorizzazione dell’ambiente. Ricordando, inoltre, che la Provincia si occupa anche del controllo dei fenomeni discriminatori in ambito occupazionale e della promozione delle pari opportunità.”

“In particolare – lamentano i sindacalisti – , con la scadenza, del 30 settembre scorso, dei termini per l’approvazione dei bilanci degli enti locali, così come accaduto negli ultimi anni, il sistema di Comuni e soprattutto Province e Città metropolitane non riesce in gran parte dei casi, a chiudere i bilanci in regola. La violazione di vincoli di bilancio comporta per questi enti, piani di rientro che colpiscono immediatamente i cittadini attraverso l’incremento della tasse e, nei fatti, una riduzione della garanzia di diritti fondamentali. La Provincia di Reggio Emilia ha potuto chiudere il bilancio grazie a oltre 11 milioni tra deroga ottenuta per la condizione di Provincia terremotata e avanzo del 2016… come recuperare questi soldi il prossimo anno? Tutto questo nonostante i 28 milioni che la Provincia ha dovuto versare allo Stato”.

“La situazione del personale della Provincia di Reggio Emilia sta divenendo drammatica – continuano i sindacalisti -. Con il passaggio delle funzioni alla Regione e i dei prepensionamenti il personale è sceso dalle oltre 350 unità del 2014 alle attuali 200, di questi (solo) 46 si occupano dei servizi per l’impiego in Provincia. Servizi oggi affidati all’Agenzia Regionale per il Lavoro. L’età media supera i 51 anni. Oggi rimangono solo 35 tra operai e sorveglianti stradali addetti alla manutenzione delle strade, 1 ogni 26 chilometri di strade. L’ultima assunzione di ruolo risale al 2010. Se non si sbloccheranno al più presto assunzioni e finanziamenti le strade rischieranno, per garantire la sicurezza dei veicoli, ulteriori limitazioni nel transito (già oggi su alcune strade vige il limite dei 30 o 50 chilometri all’ora fuori dai centri abitati). E’evidente che è una situazione non sostenibile!”

Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl hanno da sempre contestato il merito e le modalità della riforma di questi enti, perché, anche se persuasi della necessità della loro riorganizzazione, non hanno condiviso un approccio che è sembrato più propagandistico, che di merito, e che di fatto ha portato alla totale paralisi dell’azione amministrativa di Province e Città Metropolitane. Per questo i sindacati propongono come possibile soluzione quella di cogliere l’occasione della prossima legge di Bilancio per rivedere le modalità e l’entità dei tagli fin qui inflitti a Province e Città Metropolitane. É necessario trovare soluzioni di buon senso che consentano di evitare le situazioni di dissesto degli enti che porterebbe cittadini e lavoratori a pagare, come al solito, il prezzo più grande di un tentativo confuso di riforma.

“Ma non è tutto” continuano Consolini, Battini e Chiarini “Occorre anche protestare e lanciare un grido di allarme per le condizioni dei dipendenti della Provincia oggi assegnati presso l’Agenzia regionale per il Lavoro. Per quanto passati in gestione all’Agenzia, tuttavia rimangono dipendenti della Provincia anche i lavoratori dei Centri per l’Impiego e dopo il referendum stanno vivendo una situazione di immobilismo istituzionale che non ha risolto ancora nessuno dei loro problemi e sta mettendo a rischio il sistema dei servizi per l’Impiego. La situazione è prossima al collasso se le Regioni non interverranno rapidamente…e come sempre a rimetterci saranno soprattutto i più deboli”.

Il presidente Manghi: “Continueremo a sollecitare Governo e Parlamento”
In occasione dello sciopero nazionale delle Province e delle Città metropolitane proclamato per oggi da Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl, il Presidente Giammaria Manghi ha ricevuto ieri mattina a Palazzo Allende una delegazione di lavoratori e sindacati ai quali, anche in veste di Presidente dell’Upi Emilia-Romagna, ha espresso la propria solidarietà.

“Al di là dei sacrifici, anche personali, che la riforma ha comportato per molti dipendenti, a livello istituzionale segnaliamo da tempo la necessità che il Governo assicuri alle ‘nuove’ Province le risorse economiche indispensabili allo svolgimento delle funzioni rimaste in carico all’ente dopo la Legge 56/2014 – dice il presidente Manghi – A maggior ragione, in considerazione della grande importanza che tali competenze rivestono per i cittadini, ed in particolare per la loro sicurezza, a partire dalla manutenzione di 130.000 chilometri di strade e di oltre 5.000 istituti superiori frequentati da più di 2,5 milioni di studenti”.

“Non possiamo nemmeno dimenticare che, in parti del Paese, a causa dei tagli insostenibili delle manovre economiche, alcune Province sono in pre-dissesto e, in diversi enti, si sono verificati ritardi di mesi nel pagamento degli stipendi – aggiunge il Presidente Manghi – Continueremo pertanto a sollecitare Governo e Parlamento affinché la prossima Legge di Bilancio 2018–2020 metta fine a questo stato di precarietà stanziando risorse economiche in grado di garantire un efficiente svolgimento delle funzioni fondamentali delle Province e far ripartire gli investimenti locali, prevedendo anche misure che consentano di ripristinare l’autonomia organizzativa, eliminando i vincoli sul personale”.