Le Biblioteche di Reggio su Facebook: “Quale libro bruceresti?”. Scoppia la polemica

15 ottobre 2017 | 10:41
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Le Biblioteche di Reggio su Facebook: “Quale libro bruceresti?”. Scoppia la polemica

Il post dell’istituzione provinciale, con tanto di errore grammaticale, suscita l’indignazione del web. “Cancellatelo”. “Chi vi fa la comunicazione? Goebbels”

REGGIO EMILIA – “Tra tanti libri che ti sono piaciuti qual’è quello che invece proprio bruceresti?”. E poi: “Scrivilo nei commenti”. E sotto un libro in fiamme. E’ il post comparso sulla pagina Facebook delle Biblioteche della provincia di Reggio (foto) che è stato pubblicato questa mattina e che già sta facendo indignare il web. Verso sera il post è stato tolto, ma oramai il danno era stato fatto.

Al di là dell’errore grammaticale (qual è si scrive senza apostrofo) che un’istituzione preposta alla lettura e al sapere proprio non dovrebbe fare, c’è quell’imperdonabile immagine di un libro bruciato che evoca, immediatamente, i roghi nazisti. Il rogo di libri appartiene, nella storia, a tutti i regimi illiberali. I nazisti erano famosi per i roghi delle opere di oppositori politici e scrittori considerati sconvenienti ed immorali, per il contenuto delle loro opere, le loro opinioni politiche o le loro origini etniche. Libri furono bruciati anche dopo il colpo di Stato in Cile del ’73 contro Allende. Ma più recentemente anche l’Isis ha bruciato libri perché non considerati “islamicamente corretti”.

Sicuramente l’Ufficio Biblioteche della Provincia di Reggio Emilia, che si occupa del coordinamento delle politiche bibliotecarie dei Comuni e degli altri enti pubblici del territorio reggiano, non voleva richiamare quelle immagini e l’intento era solo provocatorio, ma chi si occupa di comunicazione non può non pensare all’effetto che quell’immagine produce in chi conosce un mimino la storia europea e non solo. Per non parlare del fatto che una biblioteca non può invitare a bruciare libri che, magari, ha pure in catalogo.

Rogo di libri nazista

I commenti, ovviamente, chiedono subito di rimuovere il post. Scrive Francesca: “Cancellatelo e, per cortesia, pensate meglio a quello che scrivete. La comunicazione parte dalla riflessione, altrimenti è solo un’accozzaglia di parole”. Le fa eco Roberto: “Evidentemente la storia non ha insegnato”. Gloria aggiunge: “Chi lavora nelle biblioteche sarebbe tenuto a sapere la grammatica e a rispettare un’etica che la storia dovrebbe avere insegnato”. Franco va giù diretto: “Ma chi è il cretino che vi cura la comunicazione? E’ anche un fan di Goebbels, per caso?”.