Circolo 8 Pd, la Ligabue: “Io, fatta fuori perché scomoda”

21 ottobre 2017 | 10:06
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Circolo 8 Pd, la Ligabue: “Io, fatta fuori perché scomoda”

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REGGIO EMILIA – Il circolo 8 cittadino del Pd il 16 ottobre scorso è andato a congresso dopo due anni di commissariamento e ha bocciato il proprio candidato unico Marina Ligabue. Una candidatura corredata da un documento programmatico frutto di una lunga elaborazione e uscita da un percorso di discussione complesso ma aperto, nel quale si sono alternate varie ipotesi di candidature in ticket (come accade per la Federazione provinciale dem dove il ricandidato Andrea Costa si presenta in tandem con Andrea Tagliavini), tutte improntate alla valorizzazione dei giovani e della presenza femminile.

Il Circolo 8 si autocondanna così nuovamente al commissariamento. Il tutto in un quadro di complessità di rapporti a sinistra (Mdp, Sì, Possibile, sindacati) in una città che tra un anno e mezzo si appresta a quelle che probabilmente saranno le elezioni amministrative più difficili perché, come Costa va dicendo da tempo, tutto è contendibile e nel Pd non si deve dormire sugli allori. Nemmeno se è il Pd della terza federazione più grande d’Italia.

Marina Ligabue, quale è stato il risultato del voto nel Circolo 8?
Sono stati 33 no, 23 sì, tre bianche

E adesso cosa succederà al Circolo?
Usciamo da due anni di commissariamento dopo che l’ex segretario, Roberto Grassi, si era dimesso nel 2015. Adesso si continuerà nello stesso modo fino a convocazione di un nuovo Congresso.

Il Circolo 8 era inattivo?
No, anzi. Anche se, senza segretario, ha lavorato attivamente. Abbiamo incrementato gli iscritti e comunque organizzato iniziative. Da una festa, l’estate scorsa, ad incontri cultural-politici come l’aperitivo con Gianni Cuperlo. Abbiamo continuato a riunirci informalmente, affrontando varie questioni e tutti gli adempimenti. Per una come me che viene orgogliosamente dal Pci e ha imparato la politica alle Frattocchie, l’impegno e la militanza non cessano mai. Ed infatti ho continuato a lavorare pancia a terra, a fare tesseramento, come in passato, anzi con rinnovato impegno perché tra compagni usciti con Bersani e quelli perplessi per le politiche nazionali, ci vuole molta più energia per tenere i contatti con le persone e motivarle a restare col Pd… specialmente i giovani. Io, ad esempio, ho fatto quattro nuovi iscritti dall’inizio dell’estate ad oggi, due recuperati e tre trasferimenti, quasi 70 tessere tra febbraio ed oggi di tesseramento 2016/2017… E chi fa questo faticosissimo lavoro di proselitismo porta a porta, sa cosa vuole dire.

A cosa imputa l’esito del congresso?
Prendo atto del risultato, che certamente mi amareggia, ma che è avvenuto in forme pienamente democratiche. Sono dispiaciuta che un Circolo come il nostro, senza organi dirigenti da quasi due anni, venga lasciato ancora in questa situazione e senza una delegazione nel Comitato Cittadino, per la decisione presa da coloro che hanno preferito fare una battaglia politica solo “contro” e senza dirne le motivazioni nel dibattito congressuale, di cui lunedì si sono totalmente disinteressati. E senza avanzare candidature e progetti alternativi al nostro, rinviando tutto a un prossimo congresso… nell’imminenza di un appuntamento elettorale che si profila difficilissimo.

Hanno voluto colpire lei personalmente?
Sono una donna anticonvenzionale, per questo a volte scomoda. Ma quello che è accaduto fa male a tutti e svilisce l’impegno. Io avevo steso un progetto di lavoro a breve, medio e lungo termine. Che poi avevo messo a disposizione di tutti. La prospettiva arrivava fino alle elezioni comunali del 2019, con l’idea di fondo di formare anche dei giovani per poterli portare a candidature al consiglio comunale con una preparazione politica e amministrativa adeguata per sedere in sala del Tricolore, che conoscessero il territorio e i suoi problemi e che la gente conoscesse. Quindi nessuna ambizione personale, dopo l’esperienza gratificante e formativa, nazionale delle Donne dell’Ulivo, mi basta l’attività politica‎ che svolgo. Per il resto ho il mio lavoro, una bella famiglia, tanti interessi.

Sia più precisa
La nostra proposta, fin dal progetto del luglio scorso, in tempi non sospetti, era di gestione e conduzione assolutamente unitaria, partendo dalle idee e non dalle persone. La proposta di un direttivo a 15, con membri metà di area renziana e metà orlandiana, più io, che ho votato Orlando. Fin dai primi incontri preparatori ho proposto un ticket ad un esponente trentenne di area renziana condividendo la scelta fatta dai livelli provinciali. E’ una soluzione che ho invocato e proposto fino all’ultimo, anche nella mia relazione congressuale. Inizialmente l’opzione pareva accolta dalla maggioranza, poi sono state avanzate diverse ipotesi, compresa quella di un ticket di due “novità”… ma per un circolo grande e complesso territorialmente come il nostro poteva essere rischioso affidarlo a due ragazzi inesperti. Così si è arrivati al mio nome insieme ad una giovane… Sembrava potesse funzionare, con anche iscritti di area renziana che hanno sottoscritto la mia candidatura e accettato di entrare nel futuro direttivo. Poi c’è stato un no su tutta la linea di una parte ed io mi sono presentata, con il sostegno del mio team e di 40 firme, a spiegare il documento programmatico che tutti prima avevano condiviso.

La bocciatura è stata inaspettata. Ce l’hanno con lei per motivi politici perché di area Orlando? Si tratta di invidie? La vicenda giudiziaria che l’ha coinvolta in passato può essere stata di pregiudizio?
Penso venga usata strumentalmente per attaccarmi in mancanza di argomentazioni antitetiche sul merito politico. ‎La vicenda giudiziaria dello scorso anno si è conclusa con la derubricazione di ogni accusa. E, come ebbi a dire nelle opportune sedi di controllo e garanzia del Partito all’epoca dei fatti, il racconto mediatico delle evidenze processuali è stato quantomeno fazioso. Alla luce della caduta delle accuse a mio carico, la mia candidatura e’ stata, come tutte, valutata dalla commissione di garanzia del Pd, che ha dato il proprio via libera. Sono stanca che mi si appiccichi questa etichetta per una vicenda ormai chiarita, tant’è che per tutelare la mia immagine ho affidato incarico ad un noto studio legale milanese per ottenere la cancellazione da Google di notizie superate e che infamano sia la mia persona che il mio profilo professionale.

E adesso, getta la spugna?
Non so. E’ evidente che sono molto dispiaciuta ‎per il partito e per lo sconcerto di un quartiere, come tanti in questi giorni hanno inteso testimoniarmi. Ora non ci resta che aspettare di vedere come intenderanno muoversi gli organi provinciali per risolvere questa situazione. Poi farò le mie valutazioni.