Sfondò porta prefettura, rimpatriato in Marocco

8 settembre 2017 | 14:39
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Sfondò porta prefettura, rimpatriato in Marocco

Da inizio anno sono 130 gli stranieri che sono stati rimandati al loro Paese: quattro questa settimana

REGGIO EMILIA – E’ stato rimpatriato martedi’ scorso il cittadino marocchino che il 29 agosto si era messo a pregare in mezzo alla strada come i musulmani e poco dopo, in preda ai fumi dell’alcol, aveva sfondato a calci la porta della Prefettura di Reggio Emilia. Fuori di se’ aveva anche inneggiato ad Allah e inveito contro le Forze dell’ordine intervenute per bloccarlo. Il giovane di 36 anni, con precedenti, era gia’ stato espulso quattro volte.

Ritenuto un “soggetto pericoloso” il prefetto di Reggio Maria Forte aveva disposto per lui l’accompagnamento nel centro di permanenza per i rimpatri (Cpr) di Torino, da cui poi e’ stato riportato in Marocco. E’ solo uno dei quattro provvedimenti di accompagnamento eseguiti solo in questa settimana dall’ufficio Immigrazione della Questura reggiana, illustrati in mattinanta dal dirigente Francesco Baiano.

Questa mattina e’ stato infatti accompagnato alla frontiera (area di Milano) per il rimpatrio anche un cittadino equadoregno di 23 anni, destinatario di una misura di espulsione giudiziaria, in alternativa al carcere, applicata dal magistrato di sorveglianza di Reggio Emilia e confermata in appello dal tribunale di Bologna.

Il giovane era in carcere per per una sfilza di reati: tentato furto, rapina aggravata, lesioni, evasione e ricettazione. Ieri mattina invece un cittadino albanese, fermato durante un controllo di routine dei Carabinieri a Novellara, e’ risultato non in regola con le norme sul soggiorno e con un provvedimento di espulsione pendente emesso dal questore Isabella Fusiello. Lo straniero e’ stato quindi accompagnato nel tardo pomeriggio di giovedi’ dai poliziotti alla frontiera milanese.

Infine il 29 agosto scorso, una donna georgiana di 27 anni e’ stata sorpresa dalla Polizia a rubare in un negozio. Risultata clandestina sul territorio nazionale, e’ stata accompagnata al Cpr di Roma su decreto di espulsione prefettizia. Dall’inizio di quest’anno la Questura di Reggio Emilia ha eseguito 130 provvedimenti di espulsione, in linea con l’anno precedente. Di questi 30 si sono conclusi con il rimpatrio, 10 e con l’accompagnamento al Cpr. Nei restanti 90 casi e’ scattato solo l’ordine del questore di lasciare il territorio nazionale entro sette giorni.

Un provvedimento, spiega Baiano, “adottato quando non c’e’ disponibilita’ di posti nei centri, ma non privo di effetti perche’ la sua violazione comporta la denuncia all’autorita’ giuddiziaria e puo’ determinare effetti penali come la detenzione”. Inoltre in questi casi “fa seguito un nuovo decreto di espulsione”.