Crack Ifir Holding, Imu non pagata per un milione di euro

22 settembre 2017 | 15:01
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Crack Ifir Holding, Imu non pagata per un milione di euro

E’ la cifra che il Comune deve avere dalla società di proprietà dei fratelli Antonio e Salvatore Carlo Rizzo

REGGIO EMILIA – Quasi un milione di euro, per la precisione 942.421,21 di cui 923.067 per omesso pagamento dell’imposta municipale propria (Imu) per gli anni dal 2009 al 2017 e 19.414 per sanzioni amministrative derivanti dal mancato pagamento di rate ed oneri di urbanizzazione relativi al permesso di costruire. E’ la cifra che la “Main Real Estate srl” deve al Comune di Reggio. Lo si evince da una delibera di giunta che autorizza il Comune a presentare domanda di insinuazione al passivo in riferimento a ditte dichiarate fallite o poste in liquidazione coatta amministrativa.

Le aziende del settore edilizio che devono soldi al Comune sono tante, ma la Real Main Estate, al di là della somma piuttosto ingente, ha anche una storia particolare. La ditta, con sede legale a Bologna, ma centro direttivo e amministrativo degli affari a Reggio, è stata dichiarata fallita il 28 gennaio scorso. Il giudice delegato è Niccolò Stanzani Maserati e il curatore fallimentare è Mario De Lucchi.

La Main Real Estate era una immobiliare. Una delle società controllate a cui la Ifir Holding srl, dei fratelli Antonio e Carlo Salvatore Rizzo, fallita nel 2011, aveva trasferito, prima del tracollo, il proprio patrimonio. Fra le altre a cui vennero trasferiti immobili c’erano la Rarri Parri e My Real Estate. Queste tre società furono poi cedute per il 99,1% alla Fiduciaria Emiliana.

Con il suo fallimento da oltre trenta milioni di euro l’Ifir ha lasciato un grosso buco che ha fatto scaturire anche una decina di procedimenti civili per il recupero degli immobili e un’indagine penale, aperta dal procuratore capo Giorgio Grandinetti — e affidata al pm Katia Marino — sulla base della relazione del curatore fallimentare di Ifir, Bruno Bartoli.

La vicenda ha avuto un epilogo nel marzo scorso quando, a più di cinque anni di distanza dall’avvio dell’azione revocatoria da parte del curatore fallimentare Bruno Bartoli, il Tribunale di Reggio si è pronunciato con sentenza definitiva sulla vicenda, dichiarando l’inefficacia dei trasferimenti disposti dalla società dei fratelli Antonio e Carlo Salvatore Rizzo.

L’operazione, secondo quanto ha ricostruito Telereggio in un servizio, avvenne per mezzo di tre atti redatti il 6 novembre 2009 dal notaio Giovanni Varchetta. Circa 120 unità immobiliari furono così messe al riparo dal dissesto. Del mazzo facevano parte 7 ville a Forte dei Marmi, 16 appartamenti a Pietrasanta e Seravezza, in provincia di Lucca, due a Bologna e un capannone industriale a Milano, più una novantina tra appartamenti, negozi e uffici a Reggio, Roncocesi e Roncolo di Quattro Castella.

All’atto del trasferimento, una perizia del commercialista bolognese Daniele De Simone aveva attribuito a quegli immobili un valore compreso tra i 41 e i 48 milioni di euro. Ora che la sentenza del giudice Niccolò Stanzani Maserati è passata in giudicato, i beni saranno messi in vendita. Sulla base dei conteggi definitivi del curatore fallimentare, infatti, il buco lasciato dal fallimento è di 36,5 milioni di euro.

E’ interessante notare come nel 2010 Antonio Rizzo fosse presidente dell’Aier, associazione di imprenditori edili per lo più cutresi che, in piena crisi edilizia, proposero all’allora sindaco Graziano Delrio, di acquistare una parte del loro invenduto, circa 350 alloggi da destinare ad edilizia popolare. L’operazione, in mezzo alle polemiche, sfumò. L’allora vicepresidente dell’Aier, Antonio Gualtieri, che non era indagato all’epoca, è stato poi arrestato nell’operazione Aemilia e ora è a processo con l’accusa di essere uno dei sei capibastone agli ordini di Nicolino Grande Aracri.

L’acquisto di quegli alloggi il Comune non lo fece, ma un prezzo lo ha pagato lo stesso (o forse sarebbe meglio dire che lo pagheremo noi cittadini, ndr) visto che quel milione di euro di Imu ora difficilmente entrerà nelle casse comunali.