Complotto mafioso contro Vecchi, Mdp e il Pd con il sindaco

21 settembre 2017 | 17:32
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Complotto mafioso contro Vecchi, Mdp e il Pd con il sindaco

Dopo le rivelazioni del pentito Antonio Valerio gli alleati politici fanno quadrato intorno al primo cittadino

REGGIO EMILIA – “Le dichiarazioni di un collaboratore di giustizia riportate oggi dalla Gazzetta di Reggio sul complotto che sarebbe stato ordito da alcuni imputati del processo Aemilia – e, fatto ancora più grave qualora tali rivelazioni trovassero conferma, da alcuni avvocati – non fanno che rendere ancora più fermo e convinto l’impegno antimafia che le istituzioni reggiane, tutte, stanno da tempo attuando”.

Lo scrive il presidente della Provincia, Giammaria Manghi, che fa riferimento all’articolo della Gazzetta di Reggio in cui il pentito Antonio Valerio sostiene che Pasquale Brescia e Gianluigi Sarcone, insieme all’avvocato Luigi Comberiati e a una collega (anche loro cutresi) “hanno architettato un complotto per ricattare il sindaco Luca Vecchi, per costringerlo a prendere le parti dei cutresi detenuti in Aemilia”.

Continua Manghi: “Nel ribadire da un punto di vista sia personale sia istituzionale la mia profonda vicinanza al sindaco Luca Vecchi, intendo riaffermare che Reggio Emilia e i reggiani nulla hanno a che fare con queste logiche e con questi mezzi: noi non arretreremo di un passo in questa lotta di legalità e libertà che – a partire dalle tante iniziative attuate da istituzioni, forze dell’ordine, magistratura e tessuto socio-economico – ha già prodotto importanti risultati”.

Sulla vicenda interviene anche il segretario provinciale Andrea Costa che scrive: “Non è un caso che il sindaco del capoluogo, Luca Vecchi, ossia il primo cittadino più in vista del territorio, diventi oggetto di un tentativo di ricatto da parte di esponenti della criminalità: a Luca rinnoviamo vicinanza e solidarietà come già fatto non appena gli venne recapitata la lettera dal carcere di Pasquale Brescia. Se la strategia voleva essere spaventarlo sappiano coloro che l’hanno studiata che hanno sbagliato di grosso. E i fatti lo dimostrano: dopo l’operazione Aemilia, dopo quella lettera, tutti, a partire da Luca, abbiamo raddoppiato gli sforzi per togliere aria alla criminalità”.

E aggiunge: “E se c’è una persona la cui esperienza, la cui capacità di studio ed elaborazione di proposte, il cui ruolo, sono stati importanti per affrontare al meglio la questione della presenza della criminalità organizzata in questo territorio questa persona è Maino Marchi. Un riferimento istituzionale fondamentale per la gran parte degli amministratori locali reggiani la cui integrità non può essere messa in dubbio da chicchessia. Ci sono momenti della storia in cui si deve decidere da che parte stare, superando le divisioni a cui il gioco della politica spesso ci porta: non abbiamo mai speculato sulle fortune o sfortune giudiziarie di esponenti di altri partiti perché siamo convinti che la lotta alla criminalità non sia appannaggio di una sola parte ma debba essere un impegno condiviso. E in questo senso la protesta intrapresa in questi mesi da Pierluigi Saccardi è stata un atto per chiedere il rispetto per le istituzioni che vanno difese con atti concreti come abbiamo fatto e anche con gesti simbolici”.

Infine Mdp che commenta: “Le rivelazioni del pentito Antonio Valerio appaiono inquietanti per chiunque abbia a cuore la difesa del sistema democratico. Qualora queste parole trovassero riscontro, si dimostrerebbe come l’amministrazione comunale di Reggio Emilia, a cominciare dalla persona del sindaco Luca Vecchi, sia stata fatta oggetto di pressioni e minacce di stampo mafioso con l’esplicito obiettivo di intimidirne e condizionarne l’azione di governo. A differenza di quanto accaduto in passato, vorremmo che tutte le forze politiche, di maggioranza e di opposizione, fossero capaci di cogliere la gravità di questi fatti e di stringersi insieme a difesa delle istituzioni democratiche. L’azione di governo dell’attuale sindaco, della giunta e della maggioranza consiliare ha dimostrato, prima e dopo l’avvio del processo Aemilia, come quel tentativo di intimidazione e di condizionamento sia fallito”.