Aemilia, in aula il 22 settembre il teste dato per morto

12 settembre 2017 | 18:47
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Aemilia, in aula il 22 settembre il teste dato per morto

Ordinanza del presidente Caruso per Salvatore Soda dopo l’ennesima defezione dell’imprenditore edile che dovrà raccontare la sua versione sull’estorsione subita: “Lo scorteranno i carabinieri”

REGGIO EMILIA – Da mesi sarebbe dovuto comparire nell’aula di Aemilia nel Tribunale di Reggio Emilia, per raccontare la sua versione dell’estorsione che avrebbe subito da alcuni imputati del maxiprocesso contro la ‘ndrangheta. Fino ad oggi pero’ non si e’ ancora presentato, rinviando in due occasioni.

La prima volta, a marzo, perche’ dato per morto dai carabinieri (versione poi smentita da un altro testimone che lo aveva incontrato pochi giorni prima al bar della stazione di Bologna) e la seconda volta marcando visita, a luglio, con un certificato medico presentato all’ultimo momento.

Ora pero’ per Salvatore Soda, imprenditore edile di origine calabrese, non ci sono piu’ scappatoie. All’ennesima defezione di questa mattina il giudice Francesco Caruso presidente della Corte, ha infatti emanato un’ordinanza che dispone l’accompagnamento di Soda in aula il prossimo 22 settembre, scortato dai Carabinieri di Impisca (nel ragusano) dove l’uomo dovrebbe risiedere.

Nell’ordinanza si specifica inoltre che i militari “dovranno verificare le condizioni di salute del teste per prevenire l’esibizione di certificati medici sulla cui attendibilita’ il Tribunale non puo’ prendere posizione, per mancanza di elementi valutativi”.
Intanto questa mattina a Reggio Emilia sono sfilati sul banco dei testimoni altri nomi chiamati dalla difesa dell’imprenditore modenese Augusto Bianchini, per lo piu’ dipendenti della sua ditta edile.

Tra le domande poste dagli avvocati difensori, quelle sui controlli ambientali effettuati dall’azienda in relazione all’accusa mossa all’imprenditore di aver utilizzato materiali contanimati da amianto in alcuni appalti della ricostruzione post terremoto. E’ stato interrogato anche un lavoratore della ditta Ios, creata da Alessandro Bianchini subito dopo che l’azienda del padre era stata estromessa dalla white list. Il lavoratore ha pero’ puntualizzato che i cantieri della Ios non erano “la continuazione” delle opere della Bianchini costruzioni.