Terremoto ad Ischia, per Legambiente 600 le case abusive

22 agosto 2017 | 16:35
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Terremoto ad Ischia, per Legambiente 600 le case abusive

La denuncia: “Con ordine definitivo abbattimento. 27mila i condoni richiesti”. I geologi: “Allucinante morire di magnitudo 4”. Delrio: “Italia fragile da mettere in sicurezza. E presto”

REGGIO EMILIA – Sono circa 600 le case abusive colpite da ordine definitivo di abbattimento ad Ischia mentre arriva a 27mila il saldo delle pratiche di condono presentate dagli abitanti dell’isola in occasione delle tre leggi nazionali. Lo afferma Legambiente nel report Ecomafia 2017 in cui si precisa che a eccezione di alcune sporadiche demolizioni portate a termine negli ultimi anni su disposizione della magistratura, ma anche dagli stessi proprietari, “sopravvive un ecomostro di cemento illegale, spesso costruito senza nemmeno l’attenzione per la sicurezza degli abitanti in un territorio estremamente fragile”.

Cemento, rileva l’associazione ambientalista, “che si è aggiunto a cemento in modo spontaneo, occupando e indebolendo versanti che poi, sotto le forti piogge, spesso cedono trascinando a valle tutto quello che trovano sulla loro strada”. Sebbene lentamente, quelle 600 case verranno abbattute, non hanno scampo, osserva Legambiente avvertendo che “non c’è condono, passato, presente o futuro che le possa salvare”.

Nel novembre del 2009, ricorda Legambiente, “morì tragicamente una ragazza bloccata dal fango nella sua automobile e 20 persone rimasero ferite; già nell’aprile del 2006 una frana aveva ucciso quattro persone. Nonostante ciò, nel 2010 gli abusivi, i sindaci, finanche il parroco, sfilarono in testa a un corteo di tremila persone per chiedere lo stop alle ruspe mandate dalla Procura di Napoli. Nell’ottobre del 2015, dopo ben 35 anni dall’ingiunzione dell’ordine di demolizione, il Tar di Napoli ha condannato il comune ischitano di Serrana Fontana per non aver eseguito l’intervento, nonché le proprietarie dell’immobile in cui erano state realizzate le opere senza autorizzazione”.

Peduto: “Non si può morire per terremoti di questa entità”
“A un anno dal sisma dell’Italia centrale riviviamo di nuovo il dramma del terremoto, che stavolta ha colpito l’isola d’ Ischia, con epicentro a mare, al largo di Forio d’ Ischia, epicentro a circa 10 km di profondità e magnitudo 3.6. Lascia perplesso come un terremoto di tale magnitudo possa provocare danni e vittime nel nostro Paese, è possibile che la magnitudo possa essere stata leggermente sottostimata ma, ripeto, è francamente allucinante che si continui a morire per terremoti di questa entità”.

Lo afferma Francesco Peduto, Presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi. “Il nostro Paese si conferma estremamente vulnerabile, non ci facciamo mancare niente dal punto di vista dei rischi geologici, non solo rischio sismico, ma anche vulcanico e idrogeologico – continua Peduto -. Ora sarebbe facile parlare dei ritardi della ricostruzione in Italia centrale, della necessità di accelerare interventi e azioni, ma quello che lascia più interdetti è la mancanza di atti concreti per la prevenzione. Si è parlato di tante cose, dall’informativa alle popolazioni alle lezioni nelle scuole, dal fascicolo del fabbricato alle assicurazioni sui fabbricati, dal rifinanziamento della carta geologica a quello per la microzonazione sismica fino alla necessità di abbattere le case abusive, come ribadito ieri anche dal Ministro Delrio”.

Delrio: “Il patrimonio italiano è fragile”
“Il patrimonio italiano è fragile – sentenzia dopo Ischia Graziano Delrio, il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture su Radiouno Rai -, fragilità che dipende sì dall’abusivismo ma anche dalle sue peculiarità. Bisogna essere in grado di mettere in sicurezza sismica il nostro Paese perché spendiamo più di 3 miliardi all’anno per riparare i danni del terremoto, quindi vale la pena investire in prevenzione. Abbiamo 10 milioni di abitazioni che nelle zone sismiche 1 e 2, abitazioni che hanno davvero bisogno di essere messe in sicurezza e in fretta. Lo Stato ha messo a disposizione risorse per questi incentivi fiscali e io spero che cresca al più presto la cultura della prevenzione, noi ci puntiamo molto”.