Si è spento Nani Tedeschi, maestro della grafica

8 agosto 2017 | 19:45
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Si è spento Nani Tedeschi, maestro della grafica
Si è spento Nani Tedeschi, maestro della grafica
Si è spento Nani Tedeschi, maestro della grafica
Si è spento Nani Tedeschi, maestro della grafica

Era nato a Cadelbosco 78 anni fa. Tra i più conosciuti e stimati artisti reggiani, autodidatta aveva lasciato la professione medica 40 anni fa quando era stato invitato alla Biennale di Venezia

REGGIO EMILIA – Lo vogliamo ricordare con il sigaro in bocca e la penna in mano, con il suo volto da orco buono e la sua reggianità mai annacquata dal successo. Nani Tedeschi si è spento a 78 anni, maestro del disegno e dell’illustrazione e artista tra i più conosciuti e stimati tra quelli nati nella nostra provincia; sono migliaia solo nel reggiano le persone che hanno appesa alle pareti una delle sue inconfondibili opere: ritratti verticali di personaggi noti (Wahrol direbbe “pop”), rivisitazioni oniriche di quadri e foto iconici. Le sue opere di grafica – disegni a china acquerellati, litografie, stampe arricchite da collage… – sono inconfondibili, di straordinario impatto emotivo: ispirano sentimenti di familiarità ed incanto, di silenziosa serenità e di grande forza allo stesso tempo.
Medico, aveva anche esercitato senza mai abbandonare la passione per l’arte. E con la sua caparbietà e soprattutto il suo talento era riuscito appunto a vivere d’arte, giungendo ai massimi livelli: abbandona la professione medica nel 1972, quando viene chiamato alla XXXVI Biennale di Venezia. Aveva esposto in tutt’Italia e, all’estero, in gallerie di Vienna, varie città tedesche tra cui Berlino, New York, Tokio, San Paolo in Brasile. Feconda anche la sua collaborazione come illustratore con grandi testate nazionali, dal Corriere della Sera al Sole 24 Ore.

Tedeschi era nato a Cadelbosco Sopra il 5 settembre del 1939, e da anni abitava a Pratofontana con la moglie Manuela in una casa colonica ristrutturata immersa nella natura. Una casa studio dove ogni angolo era una scoperta, tra matite, penne, studi, disegni, stampe… Si è spento però al Santa Maria Nuova, nel Reparto di cardiologia- medicina cardiovascolare; era ricoverato da qualche giorno e le sue condizioni erano critiche. Al suo fianco anche i figli Lorenzo e Simone, e alcuni amici.

Per chi volesse avere un’idea della qualità e della ricchezza della sua opera, basta sfogliare il catalogo della grande personale del 2008 a Palazzo dei Giganti di Gualtieri, curata da Sandro Parmiggiani, organizzata dal Comune della Bassa in collaborazione con Palazzo Magnani. In esposizione una trentina di opere ispirate dal Correggio, e una sessantina sulla storia di Pinocchio: dalle citazioni coltissime di opere da tutta storia dell’arte alle visioni dell’infanzia, pura invenzione.
A Gualtieri e a Ligabue l’artista reggiano aveva dedicato opere celebri, che si affiancano a ritratti altrettando impressionanti di personaggi quali il “monaco” Giuseppe Dossetti, Enzo Ferrari, Garibaldi, Lenin, papà Cervi… Bellissime poi le serie dei tarocchi, quelle ad illustrazione dell’Oriano Furioso, quelle su Don Chisciotte. Altri cicli affrontato sono quelli degli animali e del lavoro. Dalla sua ispirazione religiosa e dall’amicizia con il parroco di Pratofontana, don Daniele Simonazzi, sono nate le opere che si possono vedere nella chiesa della frazione reggiana e il trittico dedicato al “papa buono” Giovanni XXIII, realizzato per l’Opg di cui Simonazzi è cappellano.