Un indagato per le minacce al giudice Beretti

8 luglio 2017 | 09:13
Share0
Un indagato per le minacce al giudice Beretti

Si conferma la pista dei maxi sequestri antimafia di beni a imprese e persone in odore di mafia. Mussini: “La Beretti da facente funzioni passi di ruolo”

REGGIO EMILIA – Minacce al giudice Beretti, ci sarebbe un indagato. Secondo indiscrezioni di stampa, infatti, una persona sarebbe stata iscritta sul registro degli indagati dalla Procura di Ancona (competente per i reati che riguardano i magistrati reggiani). Il movente sarebbe legato ai maxi sequestri penali di beni effettuati nei confronti di persone e imprese in odore di ‘ndrangheta nell’ambito delle indagine “Aemilia”, poi scaturita nel maxi processo alle cosche

che operano sul nostro territorio. La presidente vicaria del Tribunale ha apposto la firma proprio ad alcuni di questi provvedimenti. E toccare i partimoni dei mafiosi è devastante per le cosche più degli arresti e delle condanne… Da qui la decisione del procuratore generale di Bologna, Ignazio De Francisci, di dotare il magistrato reggiano di una scorta di un carabiniere h24 e di un’auto blindata.

“Per la verità, la notizia era già “nell’aria” a chi usa frequentare il Palazzo di Giustizia, ma non era trapelato nulla di ufficiale – scrive il presidente dell’Ordine degli avvocati di Reggio, Franco Mazza -. Ora tutti sappiamo che la “nostra” presidente vicaria è sotto adeguata scorta in ragione dell’importanza e della delicatezza dei casi che sta trattando da circa un anno, oltre la normale attività di gestione del nostro Tribunale, per la verità di non facile conduzione, in un momento di perenne emergenza che si protrae da lungo tempo e ancor oggi permane”.
Mazza, a nome degli avvocati reggiani, aggiunge: “Prendiamo atto con soddisfazione che si è fatto qualcosa di importante per garantire serenità ed equilibrio al lavoro della Presidente Vicaria, ma anche per esprimere solidarietà, apprezzamento e tanta stima ad una Donna-Magistrato che si sta spendendo, con profondo senso del dovere per mantenere, tra quotidiane difficoltà, la Giustizia Reggiana ad un livello più che dignitoso. E chi frequenta a vario titolo “il Palazzo” ben sa che le cose stanno così. Certo è che gli Avvocati Reggiani ne sono consapevoli e Le sono doverosamente riconoscenti”.

Sono sotto scorta anche le pm Valentina Salvi e Giulia Stignani per minacce avvenute nel febbraio scorso. Anche loro per un sequestro di beni per 20 milioni di euro. Il segretario della Lega Nord Emilia, l’avvocato Gianluca Vinci, esprime a nome del movimento solidarietà alla Beretti e ai due pm: “Grazie all’impegno e al coraggio dei magistrati del Tribunale di Reggio Emilia Francesco Maria Caruso, Cristina Beretti e Andrea Rat in Aemilia, si sta riscrivendo la storia della ‘ndrangheta a Reggio Emilia tenuta taciuta per decenni”.

E c’è chi si augura che la Beretti possa rapidamente essere stabilizzata nel ruolo di Presidente del Tribunale, posto vacante di cui lei è ora pro tempore titolare. E’ la senatrice Maria Mussini (ex M5S, oggi vicepresidente del Gruppo Misto), che afferma: “Al di là della solidarietà doverosa, tutti noi dovremmo augurarci che la funzione pro tempore assolta ora dal giudice

Beretti possa presto diventare stabile. Non vorrei mai infatti che il sistema giustizia della nostra città si ritrovasse privato di una presenza così rassicurante rispetto alla carenza di risorse e alle difficoltà legate al processo Aemilia che ogni giorno mettono a dura prova il nostro tribunale.”
La senatrice si unisce al coro di solidarietà e, pensando alle tante porte chiuse davanti alle numerose richieste di risorse fatte per il tribunale di Reggio negli ultimi due anni, compresi gli appelli di Mussini stessa, conclude: “Persone dotate di talento e determinazione come Cristina Beretti sono rare e preziosissime per la collettività, ma pagano anche su di sé un prezzo molto alto. Per questo vanno sostenute pubblicamente e con forza”.