Riduzione vitalizi, gli ex consiglieri regionali reggiani fanno ricorso

28 luglio 2017 | 10:45
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Riduzione vitalizi, gli ex consiglieri regionali reggiani fanno ricorso

Sette politici reggiani in pensione che sono contrari all’introduzione del contributo di solidarietà della durata di 36 mesi e al divieto di cumulare il vitalizio con altri istituti analoghi

REGGIO EMILIA – Sette ex consiglieri reggiani sono fra i 69 firmatari del ricorso presentato al Tar dell’Emilia-Romagna contro la norma regionale “taglia vitalizi” approvata a maggio. Sono il 93enne Giannetto Magnanini, partigiano ed ex presidente Act (eletto nel 1970 tra le fila Pc, che percepisce 2.694 euro netti al mese), Nando Odescalchi (Psi, 1.496 euro netti), Oreste Zurlini (Pci, 1.204 euro, ex sindaco di San Martino in Rio), Luigi Bottazzi (Dc, 2.697 euro), Alessandro Carri (ex sindaco di Carpineti, Pci, 1.838 euro, più i circa 2.600 del vitalizio da ex senatore), Emilio Severi (Pci, 2.991 netti) e Vincenzo Bertolini (Pci, ex presidente del Corecom, 1.490 euro).

Sostanzialmente sono contrari all’introduzione di un contributo di solidarietà della durata di 36 mesi e al divieto di cumulare il vitalizio con altri istituti analoghi, il che varrebbe per Carri che si porta a casa più di 4mila euro al mese in questo modo. E’ bene chiarire che si tratta di persone che hanno fatto i consiglieri per una o due legislature al massimo, quindi 5 o dieci anni, sufficienti, in base alla normative di allora per accedere a questi trattamenti pensionistici.

La riforma regionale, votata lo scorso 4 maggio, prevede che i vitalizi siano eliminati e che quindi non vengano percepiti da consiglieri e assessori in carica, né da quelli eletti in futuro (che non godranno nemmeno del trattamento di fine rapporto). Le altre novità hanno riguardato l’innalzamento progressivo dell’età per percepire l’assegno (uniformando per i consiglieri che non hanno compiuto 60 anni il trattamento a quello per la pensione di vecchiaia dei dipendenti pubblici) e la riduzione dei vitalizi erogati agli ex consiglieri ed ex assessori, con l’introduzione di un contributo di solidarietà della durata di 36 mesi e il divieto di cumulare il vitalizio con altri istituti analoghi. Norme che, nei calcoli della Regione, porteranno un risparmio di un milione di euro in tre anni.

Gli ex consiglieri regionali, riuniti in un’associazione cha ha sede nella stessa viale Aldo a Bologna, proprio nelle torri della Regione, hanno deciso di avanzare un ricorso, presentando un documento lungo 53 pagine insieme agli avvocati Maurizio Paniz, Stefania Fullin, Giulia De Maria e Giovanni Giorgi. La richiesta ai giudici amministrativi è quella di annullare la legge regionale 7, innanzitutto perché violerebbe il Decreto Monti l 2012 per “eccesso di potere”. Secondo i ricorrenti, che contestano il valore reatroattivo della norma, provvedimento, i provvedimenti adottati dalla Regione “finiscono con l’essere arbitrati e irragionevoli, non potendo essere collegati – e dunque giustificati – con alcuna esigenza di urgenza e scopo finale”.

Il commento di Bonaccini
Ha detto nei giorni scorsi il governatore Bonaccini: “Io quattro anni fa fui il primo consigliere regionale in Italia (insieme a Matteo Richetti, Palma Costi ed altri 12 consiglieri regionali di allora) a cancellarmi volontariamente il vitalizio, che dunque non percepirò mai. Lo feci perché mi appariva ormai un insopportabile privilegio agli occhi dei cittadini, in particolare di quelli che hanno perduto il lavoro, o faticano ad arrivare a fine mese, e di quelli che percepiscono pensioni minime. Allo stesso tempo, la scorsa legislatura si decise di cancellare per sempre i vitalizi per i futuri consiglieri ed assessori regionali. Dunque da questa legislatura e per quelle future nessuno potrà più percepire il vitalizio. Dispiace che a fronte di una recente legge regionale, voluta e approvata dall’assemblea legislativa, che prevede un contributo minimo di solidarietà da parte degli ex assessori e consiglieri (che peraltro il vitalizio lo continueranno a percepire o lo percepiranno), che innalza da 60 a 67 anni l’età dalla quale coloro che lo maturarono in passato lo potranno percepire; e che abolisce il cumulo di vitalizi (perché c’è chi a quello della Regione cumula anche quello di passate legislature in Parlamento) ci sia chi abbia pensato bene di fare ricorso. Tutto legittimo, ci mancherebbe, ma decisamente sorprendente a fronte di misure così equilibrate e di assoluto buon senso”.