Parti traslocati, le “Cicogne” del Sant’Anna insorgono

3 luglio 2017 | 22:13
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Parti traslocati, le “Cicogne” del Sant’Anna insorgono

I comitati della montagna sdegnati per la decisione della Regione e dell’Ausl. “Lo avevamo previsto”

CASTELNOVO MONTI (Reggio Emilia) – Insorgono i comitati della montagna reggiana a difesa dell’Ostetricia di Castelnovo Monti dopo la diffusione nel pomeriggio di un comunicato congiunto delle Direzioni di Ausl e Santa Maria Nuova con cui si annuncia “la chiusura temporanea in sequenza per un mese dei punti nascita degli Ospedali di Montecchio, Scandiano e Castelnovo Monti”, decisa dopo un cronfronto con la Regione e per mitivi sia di carenza di personale che logistici.

Il gruppo “Insieme per il Sant’Anna” si unisce al comitato “Salviamo le Cicogne” manifestando “disappunto e sdegno in seguito alla decisione presa dal dipartimento Materno Infantile del Santa Maria che ha decretato la chiusura per ferie dei punti nascite della provincia”.
Dal canto loro, le animatrici di “Salviamo le Cicogne”  si dicono “sdegnate…” e come Cassandre rimarcano: “Avevamo ragione! Purtroppo nessuno ha potuto smentirci solo infangarci! Avete cercato di spostare l’attenzione dalla realtà dei fatti, denunciata anticipatamente da noi. Tutta la prosopopea dei comunicati sulla tenuta dei punti nascite e sulla mancanza dei dottori si riduce alla chiusura alternata dei punti nascite di provincia! Un po’ per uno non fanale a nessuno!”.

Il Comitato quindi chiama a raccolta “tutta la popolazione della montagna alla prossima manifestazione pubblica che stiamo organizzando. Dobbiamo davvero esserci tutti”.

Infine, il gruppo civico pone una serie di domande agli amministratori delle aziende sanitarie e ai politici: “Siete sicuri di poter garantire la riapertura del punto nascite di Castelnovo Monti il 16 ottobre 2017? O lo avete messo per ultimo per non riaprirlo mai più?”. Si domana poi come si garantirà la sicurezza delle mamme dell’Appennino: “Si vuole forse farle viaggiare su e giù per la montagna, su strade tortuose, demantenute e sovraffollate negli orari di punta avvicinandosi alla città… In barba anche alla possibilità di richiesta deroga prevista dal Ministero e che la Regione ha promesso di chiedere senza averlo ancora fatto”. E poi chiedono: “E la sicurezza dei bimbi? Lo sten e lo Stam siete sicuri siano la soluzione migliore per la normalità? O dovrebbe essere previsti per le urgenze ed eccezionalità? Garantite il parto in loco per le urgenze?”.
Vi sono poi timori per il reparto di pediatria: “Non viene nominata, che fine farà? Riuscirà a rimanere aperta H24 anche senza i professionisti?”. Si teme poi quello che accadrà “quando i professionisti del reparto di ginecologia e quello di pediatria del Sant’Anna saranno dislocati su altre realtà” e “chi garantirà il loro operato dal momento che si toglie loro la possibilità di lavorare portando altrove i pazienti/clienti?”. Ci si chiede poi se qualcuno abbia intenzione di sporgere denuncia alla Procura della Repubblica.

E infine, si chiede direttamente alla politica se “queste procedure erano previste nel piano di programmazione sanitario regionale, sempre che esista e non sia fermo al 2008”.
Ai sindaci dei Comuni della Provincia, ai responsabili dei partiti della Provincia, ai responsabili delle varie aziende sanitarie e degli ospedali si domanda “in cosa erano impegnati invece di programmare eventuali piani per tutelare i loro pazienti/clienti. Vogliamo sapere i nomi dei veri responsabili di questa tragedia annunciata. O, ancora una volta, li dobbiamo fare noi?”