Modena Park, Vasco e l’amore hanno vinto su tutto

2 luglio 2017 | 09:54
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Modena Park, Vasco e l’amore hanno vinto su tutto
Modena Park, Vasco e l’amore hanno vinto su tutto
Modena Park, Vasco e l’amore hanno vinto su tutto

Lo spettacolo è stato più emozionante e travolgente di quanto chiunque si aspettasse. E non si sono verificati incidenti.

MODENA – E’ Storia. Al ModenaPark, il più grande concerto rock per spettatori paganti per singolo artista, si è svolto in modo perfetto. Lo spettacolo è stato più emozionante e travolgente di quanto chiunque si aspettasse. E non si sono verificati incidenti. Qualche malore per il caldo e il troppo bere (solo 84, di cui appena 6 trattenuti al pronto soccorso), una caviglia rotta nel tentativo di scavalcare le transenne. Null’altro. Durante il live Vasco ha arringato i 220mila a non avere paura: “Questo è un concerto contro la paura”. “Non siamo rimasti a casa”, ha aggiunto e poi: “L’amore sopra la paura”. Paura del terrorismo, paura della paura e degli isterismi di massa (come la calca micidiale di Torino), paura degli incidenti, dell’afa e delle strade bloccate, paura delle risse e degli infortuni. Oltre 220mila persone non hanno avuto paura (e nemmeno quelle decine di migliaia che si sono presentante senza biglietto pur di essere al Modena Park e giocarsi con qualche bagarino la possibilità di entrare), e tutto è filato liscio. Stamattina il traffico sulla A1 è perfettamente scorrevole, ieri notte dopo il concerto (finito alla mezza) in due ore un fiume di persone si è allontanato ordinatamente dal Parco Ferrari e sono iniziate le operazioni di pulizia e smontaggio delle strutture.

Tutto si è svolto nel migliore nei modi prima, durante e dopo la grande festa dei 40 anni di carriera di Vasco.

Grandissima la soddisfazione delle Questure e delle Prefetture di Modena, Reggio e Bologna, maggiormente interessate a garantire l’incolumità degli spettatori e contenere il caos naturalmente generato da spostamenti “biblici” di persone. Tutto ha funzionato anche se nello spazio contenuto di un parco urbano si è concentrata una folla pari a metà degli abitanti della provincia di Reggio (Modena città ha 180mila abitanti, Reggio poco di meno). Tutto ha funzionato dai presidi di pronto soccorso alle docce refrigeranti, dai controlli anti-superalcolci ai movimenti da/ai parcheggi allestiti nella cintura cittadina, dai controlli antiterrorismo a quelli contro vandalismi e microcriminalità. La via Emilia verso Rubiera e verso Bologna, la A1 e la A22 sono state naturalmente molto trafficate ma nessun “fuori di testa” ha provocato incidenti. Già alle 9,30 di stamane i caselli erano tutti riaperti in entrambe le direzioni. In campo, turnizzati, 5500 persone, tra cui 350 agenti della Polizia Municipale modenese.

L’unico “problema” si è verificato in stazione centrale a Modena, dove migliaia di persone si sono recate sperando di riuscire a salire su qualche treno speciale. Chi non è riuscito partire subito, si è accampato dentro e intorno alla stazione in attesa del successivo convoglio…

La cosa più “pericolosa” invece è stato l’esaltante sorvolo a bassissima quota dell’elicottero che ha portato Vasco da Rimini al Parco Ferrari: il Kom come una vera divinità del rock alle 18,45 ha sorvolato tutta l’area, con i fans in delirio (nella zona transennata erano già presenti in circa 160mila) che alzavano le braccia la cielo per salutarlo. Immagini che, riprese da un cameraman, sicuramente confluiranno nel film dell’evento che sarà realizzato nei prossimi mesi per fissare per sempre i momenti clou dell’evento.

Dall’evento hanno guadagnato tutti. Il Comune di Modena otterrà una cifra vicina ai 400mila euro per sistemare il parco Ferrari e per i contributo dato alla sicurezza del concerto stesso. I residenti della zona del parco hanno goduto di un invito in prima fila al sound check, e chi ha potuto ha affittato stanze e appartamenti ai fans anche a prezzi di migliaia di euro… Anche a Reggio in molti si sono improvvisati affittacamere. Si calcola in circa 2 milioni e mezzo di euro l’indotto tra hotel, benzinai e parcheggi. Per non parlare dei bar, dei ristoranti, dei negozi. Chi invece non ha guadagnato nulla se non una denuncia da parte dei carabinieri e della polizia sono i sette componenti di banda di bagarini on line, e i proprietari di tre bed&breakfast e un resort completamente abusivi nati nel modenese in concomitanza con l’evento…

IL LIVE: Il concertone dei record è iniziato alle 21 in punto con la spaziale “Also spracht Zarathustra” di Strauss come intro. Il rocker di zocca, in chiodo giallo senape, ha intonato “Colpa d’Alfredo”, con la mitica frase “abito fuori Modena, Modena Park” (curiosità: l’Africano si chiama Santo Sottile e fa il benziano in un distributore a dieci minuti a piedi dal parco Ferrari; Alfredo invece è Andrea Giacobazzi, amico del Blasco) La chiusura, a mezzanotte e mezzo, è stata affidata – come da copione – ad “Albachiara”. Tre i due brani quasi quattro ore euna quarantina di canzoni impastate di energia, passione, commozi0ne. Chi malignamente faceva notare che il Kom non ha il fisico di un Bruce Springsteen o l’invulnerabilità ad una vita di stravizi di un Keith Richards, continua a sostenere che sul piano strettamente canoro Vasco non è stato all’altezza della sfida. Ma dimentica che nel rock l’imperfezione è unicità, gli anni che passano tolgono “fiato” ma rendono la timbrica più ricca di patos, e un “drogato con gli occhiali da sole” (così come Vasco veniva bollati da giovane) diventa l’idolo delle masse per la voce roca. Così Modena Park è stato un distillato di rock puro, ai massimi livelli, oltre che una carrellata musical-sociologica di quattro decenni di storia italiana: da “Bollicine” a “Liberi Liberi”, da “Delusa” a “Una splendida giornata”, da “Ieri ho sgozzato mio figlio” a “Rewind”, durante la quale si è svolto il flash mob con il lancio di migliaia di reggiseni con la scritta “fammi godere” sulle coppe. Il tutto in diretta Rai, realizzando un altro record per numero di seni nudi esibiti mai visti sulla rete televisiva pubblica… I bis? Prima di “Albachiara” Vasco esegue “Sally”, “Un senso”, “Siamo solo noi” e “Vita spericolata” attorniato dagli amici-colleghi Curreri al piano e – alle chitarre –  Braido, Solieri, Burns e Pastano. Storie di (stra)ordinaria quotidianità, di sogni e delusioni giovanili, che, raccontate con il linguaggio comune, hanno segnato per sempre la storia della musica italiana di cui ieri sera Vasco ha scritto un altro capitolo.