Migranti, Medici Senza Frontiere non firma codice Ong

31 luglio 2017 | 19:14
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Migranti, Medici Senza Frontiere non firma codice Ong

Ancora punti problematici. Save the children sottoscrive

REGGIO EMILIA – Medici senza frontiere non ha firmato il codice delle Ong nell’ultima riunione convocata dal Viminale. Lo ha detto il direttore generale di Medici senza frontiere, Gabriele Eminente. A quanto si apprende, ha invece firmato Save the children, mentre invece non lo ha fatto l’altra ong presente oggi al ministero, la tedesca Jugend Rettet. Le altre organizzazioni non erano invece presenti.

Per chi non sottoscrive il codice sono previste possibili “misure” da parte delle autorità italiane. Anche la spagnola Proactiva Open Arms ha già annunciato che non firmerà. Intanto, il premier libico Fayez al Serraj conferma di aver chiesto all’Italia sostegno logistico e programmi di formazione della guardia costiera e di frontiera, oltre ad attrezzature ed armi moderne per le forze armate per salvare la vita ai migranti e per affrontare i trafficanti di esseri umani (nelle ultime ore 3 interventi di soccorso hanno fatto recuperare 285 migranti).

Due riunioni nei giorni scorsi al ministero non sono bastate a superare i dubbi e, su alcuni punti, l’aperta opposizione di alcune delle ong attive nel Mediterraneo. Sono soprattutto l’impegno ad accogliere a bordo la polizia giudiziaria e ad evitare il trasbordo di migranti su altre navi gli elementi più controversi.

Venerdì scorso, al termine della seconda riunione, i tecnici del Viminale hanno predisposto la versione definitiva del Codice, accogliendo alcune richieste e chiarimenti invocati dalle organizzazioni. In particolare, nell’impegno a non trasferire i migranti soccorsi su altre navi, è stata inserita la frase: “eccetto in caso di richiesta del competente Centro di coordinamento per il soccorso marittimo e sotto il suo coordinamento, basato anche sull’informazione fornita dal capitano della nave”. L’altro punto contrastato, quello della polizia a bordo, è stato riformulato sottolineando che la presenza degli uomini in divisa avverrà “possibilmente e per il periodo strettamente necessario”. Non è stata accolta la richiesta che i poliziotti a bordo siano disarmati.

Proactiva Open Arms fa sapere che oggi non firmerà il Codice e dubbi li sollevano anche altre ong. La tedesca Sea Watch annuncia che metterà presto in mare un’altra nave che si aggiungerà a quella già attiva e spiega che il documento del Viminale e’ “largamente illegale” e “non salverà vite umane ma avrà l’effetto opposto. Quello di cui c’è bisogno alla luce degli oltre duemila morti di quest’anno non servono più regole, ma più capacità di soccorso”.

Il ministro dell’Interno, Marco Minniti, è comunque intenzionato a far entrare subito in vigore il Codice (“è essenziale per la sicurezza del Paese”, ha sottolineato) e chi non firmerà dovrà accettare le conseguenze. “Più del 40% dei migranti salvati – ha ricordato – arrivano in Italia su navi delle ong”. L’obiettivo è far intervenire nelle acque territoriali la Guardia costiera libica – supportata dagli assetti della missione navale che l’Italia si appresta a varare – per riportare le persone sulle coste del Paese nordafricano. Attacca Maurizio Gasparri (Fi), accusando le ong di entrare “nelle acque della Libia a prelevare i clandestini”, incrementando così “i guadagni dei mercanti di schiavi che operano sul continente africano, alimentando una speculazione vergognosa e facendo crescere anche il numero delle morti”.