Mafie, M5S contro Delrio: “Alla Dda disse cose diverse”

19 luglio 2017 | 16:29
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Mafie, M5S contro Delrio: “Alla Dda disse cose diverse”

Le parlamentari vanno all’attacco il giorno dopo la deposizione del ministro come testimone a Reggio Emilia, nell’aula del processo Aemilia contro la ‘ndrangheta

REGGIO EMILIA – Il M5S torna a chiedere l’audizione del ministro Graziano Delrio in commissione Antimafia, richiesta presentata da un anno mezzo, ma che l’ufficio di presidenza della commissione non ha mai accolto. Per la deputata reggiana Maria Edera Spadoni e per Giulia Sarti, componente della commissione parlamentare antimafia, “il Pd si dovra’ assumere la responsabilita’ politica di tale scelta”.

Le parlamentari vanno all’attacco il giorno dopo la deposizione del ministro come testimone a Reggio Emilia, nell’aula del processo Aemilia contro la ‘ndrangheta. Secondo Sarti e Spadoni, pero’, “e’ davvero un atto grave e politicamente a dir poco imbarazzante che Delrio abbia dato una versione diversa da quella da lui resa nel 2012 alla Dda”.

Tra i passaggi in cui l’ex sindaco di Reggio Emilia, si sarebbe contraddetto, le esponenti del Movimento 5 stelle sottolineano come ieri il ministro ha smentito di aver partecipato alla processione del Santissimo Crocefisso a Cutro, feudo del boss Nicolino Grande Aracri, e di aver assistito solo alla messa. “Ma nella deposizione del 2012, disse invece che aveva partecipato alla processione e che non ricordava se gli fosse stata indicata la casa di Nicolino Grande Aracri”.

Un altro passaggio contestato e’ quello in cui il ministro afferma: “Sapevamo che a Brescello c’era la presenza della famiglia Grande Aracri, conoscevamo i processi e le condanne definitive e quindi sapevamo che nel territorio reggiano in senso lato, cioe’ in provincia c’era questa presenza”. Mentre nel 2012 nel colloquio del 17 ottobre con il procuratore capo Roberto Alfonso e il pm della Dda Marco Mescolini, che lo sentirono all’epoca come persona informata dei fatti, Delrio ai pm, relativamente al boss Grande Aracri, disse: “Sapevo che era calabrese ma non che fosse di Cutro”, incalzano le due parlamentari del M5S.

Infine, secondo Sarti e Spadoni, “Delrio si arrampica sugli specchi quando afferma di aver portato dall’allora Prefetto De Miro – che si stava occupando delle interdittive antimafia – tre consiglieri cutresi solo per sfatare il fatto ‘che nella comunita’ cutresi non ci fossero persone perbene'”. E’ ora di finirla, concludono le deputate, “con questa storia dei cutresi discriminati”.