Gas dai rifiuti: Iren costruisce impianto a Gavassa

6 luglio 2017 | 21:17
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Gas dai rifiuti: Iren costruisce impianto a Gavassa
Gas dai rifiuti: Iren costruisce impianto a Gavassa
Gas dai rifiuti: Iren costruisce impianto a Gavassa

Un investimento da 54 milioni. Sorgerà sull’area di 120mila mq a nord dell’A1, dove una decina di anni fa era previsto un termovalorizzatore poi un Tmb. Vi confluiranno anche i rifiuti verdi di Parma e Piacenza

REGGIO EMILIA – Biogas dai rifiuti organici differenziati per alimentare gli autobus e compost per l’agricoltura dagli sfalci verdi. Lo estrarrà una sorta di mega compostiera che Iren intende realizzare sull’area di 120mila metri quadrati tra Gavassa e San Martino in Rio, a nord dell’Autosole, individuata una decina di anni fa come sito per la costruzione prima di un termovalorizzatore, poi di un Tmb. I tempi? Un paio d’anni.

Partner dell’operazione sono il centro di ricerca con sede al Tecnopolo, il Crpa – che mette a disposzione la tecnologia per il biogas – e l’azienda di trasporto pubblico Seta. Quest’ultima, in particolare, investirà quasi 11 milioni per acquistare entro il 2020 sessanta nuovi mezzi alimentati a metano e costruire nella sede reggiana di via del Chionso una stazione di rifornimento per il nuovo carburante a basso impatto ambientale che acquisterà in esclusiva da Iren.

Il progetto, presentato questa mattina in municipio a Reggio, mette in pratica “il principio dell’economia circolare per la chiusura del ciclo dei rifiuti” e costituisce anche un primo tassello della cosiddetta Area Vasta Emilia nell’ambito della gestione dei rifiuti. Nell’impianto di Gavassa, infatti, confluiranno anche i rifiuti organici di Parma e Piacenza, per un totale stimato in 100mila tonnellate all’anno.
Dalle 67mila tonnellate di frazioni verdi conferite nell’impianto ne verranno invece “estratte” 53mila di compost.

HANNO DETTO: “Dal 2015 – spiega l’amministratore delegato di Iren Alessandro Bianco – “abbiamo messo al centro delle nostre politiche sui territori alcune parole come sostenibilità, recupero di materia, economia circolare, che per noi sono anche attività industriali. Sicuramente questo progetto si inserisce in maniera coerente in questo rilancio in cui investiremo nei prossimi anni 2,2 miliardi su tutte le aree in cui operiamo”.

Il presidente della Provincia Giammaria Manghi sottolinea che l’impianto “costituisce un primo punto di riferimento per l’area vasta Emilia”, mentre quello di Seta Vanni Bulgarelli conferma: “Sostituieremo 20 mezzi con nuovi autobus alimentati a metano, con l’obiettivo di arrivare a 50-60, ovvero più del 50% dei 90 mezzi in servizio sulla rete urbana del capoluogo”.

Il presidente di Crpa, Giuseppe Veneri, illustra infine i prossimi progetti di ricerca in campo: la realizzazione di biometano in forma liquida e un sistema per il degrado “anaerobico” (senza aria) dei sacchetti dell’immondizia. Ora il progetto dell’impianto di biometano passa come primo step al vaglio della Regione e di Arpae per la valutazione di impatto ambientale.

“E’ un progetto assolutamente avanzato sul fronte dell’innovazione dei beni comuni – sottolinea il sindaco Luca Vecchi – che lega la mobilità sostenibile all’energia rinnovabile con un’operazione mai fatta negli utlimi 20 anni in questa città”.

Nel 1996, aggiunge l’assessore comunale Mirko Tutino, “la raccolta differenziata nella nostra provincia era al 14% e si discuteva su come gestirla. Oggi siamo arrivati al 65% e con il piano di estensione della raccolta differenziata che abbiamo attivato anche in questi mesi arriveremo nei prossimi anni a circa il 75%”. Tutino evidenzia poi: “Non parliamo di un salto nel vuoto ma di una tecnologia conosciuta e sperimentata con impatti prossimi allo zero. Credo che con questo progetto lanciamo anche un messaggio fondamentale a migliaia di cittadini reggiani a cui stiamo chiedendo di cambiare le loro abitudini con la raccolta differenziata porta a porta”.