Sanità, allarme della Cgil su pronto soccorso e ambulanze

5 giugno 2017 | 19:46
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Sanità, allarme della Cgil su pronto soccorso e ambulanze

La Funzione pubblica: “Situazione critica per mancanza di organico e non solo”

REGGIO EMILIA – Alla vigilia della nascita della nuova Azienda sanitaria unica di Reggio Emilia prevista dal prossimo 1 luglio, il sindacato della sanita’ della Funzione pubblica della Cgil denuncia le “condizioni critiche” della rete provinciale dei “pronto soccorso” e delle auto mediche. Lo fa rivolgendosi direttamente ai cittadini con una lettera aperta, dopo che la richiesta di incontro con Ausl e ospedale sul “progressivo aggravamento della situazione”; richiesta avanzata nel luglio del 2016 e sollecitata in seguito, non ha ad oggi avuto risposta.

Il primo aspetto sottolineato dal sindacato e’ in particolare quello della carenza di organico: “Per quattro dei cinque presidi di primo soccorso della Ausl – si legge nella missiva – servono almeno due medici di medicina d’urgenza e tre figure di infermieri qualificati costantemente presenti giorno e notte. Dotazioni che, a tutt’oggi, sono ben lontane dall’essere soddisfatte”. Queste condizioni, continua la Fp-Cgil, “oltre a ricadere con inaccettabili tempi di attesa sugli utenti, gravano di responsabilita’ improprie i medici e il personale sanitario costretto ad operare su piu’ fronti”.

Inoltre, “nonostante gli impegni, dal 2008 ad oggi non sono mai stati assicurati gli standard. La carenza cronica di organici medici per l’emergenza-urgenza, come per altre specialita’, non consente di mantenere attivi e funzionali cinque punti di primo intervento e sei servizi di automedica che servono anche province vicine che non li hanno attivati”.

E ancora: “Troppo frequentemente viene utilizzato il lavoro straordinario come strumento di programmazione dell’attivita’ nei reparti e nei servizi ospedalieri per tamponare croniche carenze di personale medico ed infermieristico e per garantire le guardie notturne e festive, mentre il contratto di lavoro e gli accordi locali prevedono la loro collocazione nel normale orario di lavoro”, denuncia la Fp-Cgil.

Senza contare che “gli specialisti di ogni branca non si trovano piu’, ma le istituzioni preposte, a partire dalla Conferenza territoriale socio-sanitaria, non ritengono queste problematiche una priorita’. Cio’ penalizza fortemente i medici non piu’ disponibili a subire discredito e improprie accuse per disservizi e inefficienze di cui non hanno responsabilita’ e di cui subiscono le conseguenze”.

A tutto questo si aggiungono infine le ripercussioni negative dell’unificazione del servizio di emergenza 118, di Piacenza, Parma e Reggio (ora centralizzato a Parma) che, come denunciato dalla Lega nord, sta creando disagi nell’invio delle ambulanze che spesso sbagliano idirizzo.

Insomma, conclude il sindacato, “la rete provinciale dei presidi di primo intervento rappresenta una delle problematiche da risolvere con urgenza, coinvolgendo nel confronto tutti i soggetti. Innovare significa per noi dare risposte ai cittadini, partendo dalla valorizzazione dei professionisti che operano nelle aree dell’emergenza, ‘porta d’ingresso’ di una sanita’ efficiente”.