Ius soli, Vecchi sprona: “E’ segno di civiltà”

22 giugno 2017 | 08:32
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Ius soli, Vecchi sprona: “E’ segno di civiltà”

Il primo cittadino: “Qui l’accoglienza è sostenibile. Con i comitati il dialogo resta aperto, ma io non manifesto con Forza Nuova”

REGGIO EMILIA – “Io voglio sperare che questo Paese da qui a pochi giorni sia ormai prossimo a conseguire questa grande conquista di civilta’, che rappresenterebbe la piu’ grande estensione di diritti effettivi da molti decenni a questa parte, per migliaia di ragazzi e ragazze italianizzate”. Lo dice il sindaco Luca Vecchi intervenendo sull’approvazione della legge dello Ius soli. A parlare non e’ un primo cittadino qualsiasi ma quello della citta’ capofila del movimento “L’italia sono anch’io”, che ha avviato la battaglia per la cittadinanza delle seconde generazioni dei figli dei migranti.

Inoltre, sottolinea Vecchi, “questa e’ una citta’ che non scopre oggi il tema dell’immigrazione: gia’ dagli anni ’60 ha vissuto prima un grande boom dell’immigrazione proveniente dal sud del nostro Paese e dagli anni ’90 quello proveniente da tanti altri Paesi del mondo”. Aggiunge il sindaco: “Noi non scopriamo che abbiamo oggi 30.000 cittadini reggiani di origine straniera, 120 nazionalita’ presenti in citta’ e che abbiamo affrontato in questi 20, 25 anni prima la grande accoglienza e poi l’avvio dei primi processi di investimento sulla convivenza, prima ancora che sull’integrazizone, puntando sull’alfabetizzazione della lingua italiana”. Infine, ricorda il reggiano, “abbiamo iniziato, anche se in epoca piu’ recente, un lavoro importante con le nuove generazioni, quelle che sono nate qui e per noi sono italiane a tutti gli effetti, e non e’ un caso che proprio Reggio Emilia ha guidato il grande movimento ‘l’Italia sono anch’io'”.

“Con i comitati il dialogo resta aperto”
Con i comitati cittadini promotori della fiaccolata anti migranti il dialogo resta aperto, ma avendo le “idee chiare” sul modello di accoglienza da seguire. “Le porte del Comune sono aperte per tutti, anche per coloro che vogliono contestare, perche’ non ho la presunzione di pensare che chi ha paura debba essere strapazzato per essere convinto del contrario”, dice il sindaco.

Pero’, aggiunge, “noi abbiamo anche le idee chiare, perche’ abbiamo una storia alle spalle su come abbiamo gestito la convivenza con gli stranieri in arrivo e su come si debba continuare ad affrontare il tema dei rifugiati, che ritengo essere il piu’ grande tema globale del nostro tempo e non del municipio di Reggio Emilia”. Prosegue il sindaco: “Sto parlando di 1.000 persone su 30.000 cittadini stranieri residenti, per i quali bisogna parlare un linguaggio di verita’”.

E dunque, “ci sono una serie di valori rispetto ai quali bisogna decidere da che parte stare: io ho molto rispetto per chi manifesta, ma non vado in manifestazione con Forza Nuova, perche’ ho una storia personale e familiare, prima ancora che politica e culturale. Lo dico con molto rispetto per i cittadini che sono preoccupati perche’ penso che con loro bisogna continuare un dialogo e un confronto”.

Il sindaco fa poi notare: “L’immigrazione di oggi assume altre vesti rispetto a qualche anno fa, quando l’economia reggiana attirava manodopera straniera. Oggi questa immigrazione e’ quella di chi fugge da luoghi in cui la dignita’ umana e’ negata. Io credo che prima di dire di non prenderli, dovremmo innanzitutto avere questa consapevolezza”. Vecchi conclude rivendicando il modello di accoglienza diffusa applicato in questi anni sul territorio, “che non e’ stato uno scherzo”, ma grazie al quale “da noi l’utenza media in alberghi e appartamenti e’ di sei persone, in altre parti della regione di 20 e in Italia alcuni prefetti sequestrano un campo di calcio per metterci 50 tende e 200 migranti”. Insomma “abbiamo creato un modello sostenibile nella consapevolezza che il ‘flusso’ non lo regoliamo certo da qui, ma deriva da ragioni geopolitiche globali su cui sono gli Stati che devono intervenire” (Fonte Dire).