Imprese e sindacati, il dialogo continua da Reggio

24 giugno 2017 | 09:28
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Imprese e sindacati, il dialogo continua da Reggio

L’abbraccio fra Fabio Storchi e Maurizio Landini. Alberto Dal Poz, nuovo presidente della federazione per il quadriennio 2017-2021: “Il contratto sottoscritto è solo la prima imbastitura di un progetto di lungo termine”

REGGIO EMILIA – Alberto Dal Poz, eletto ieri al Valli dall’assemblea generale 2017 di Federmeccanica è il nuovo presidente della federazione per il quadriennio 2017-2021. Torinese, 44 anni, amministratore delegato della Co.Mec., Dal Poz è stato presidente di Amma, associazione delle Imprese Meccaniche e Meccatroniche di Torino e vice presidente dell’Unione Industriale di Torino nel quadriennio 2012-2016.

Da Reggio riparte dunque il dialogo fra imprese e sindacati e la sfida, vinta dall’ex presidente di Federmeccanica, Fabio Storchi, con il famoso “patto del cappelletto” siglato con l’altro reggiano Maurizio Landini, segretetario nazionale della Fiom. Un accordo fra conterranei che ieri si sono stretti la mano e baciati, in un abbracio simbolico che vuole essere beneagurante per le future relazioni industriali, almeno in ambito metalmeccanico, fra capitale e lavoro.

“Avverto tutta la responsabilità che questo incarico comporta – ha esordito il neo presidente eletto Alberto Dal Poz – tutte le attese che porta con sé, soprattutto, quella di continuare ad alimentare una vera speranza. Ringrazio il presidente Storchi per un impegno – grande, generoso e intelligente – che nel volgere di pochi anni ha contribuito a ridisegnare il ruolo e la funzione di Federmeccanica”.

Insieme al presidente Dal Poz è stata eletta la squadra dei vice presidenti che lo affiancheranno per il biennio 2017-2019: Diego Andreis (Fluid-o-Tech), Fabio Astori (Luxor, Brescia), Domenico Braccialarghe (Leonardo, Roma), Simona Capasso (Nuovo Mollificio Campano), Carlo Cremona (Fincantieri, Trieste); Fabio Tarozzi (Siti-B&T Group); Federico Visentin (Mevis, Vicenza).

Scrive Unindustria: “Il tema scelto per l’assise di quest’anno, “Fare Insieme. Imprese, lavoro e società nella quarta rivoluzione industriale”, intende sottolineare come di fronte alla grande trasformazione che sta cambiando il mondo, l’industria italiana, le imprese e il sindacato, hanno scelto – sottoscrivendo il primo contratto unitario dopo anni – la via di un vero e proprio rinnovamento che definisce nuove regole e nuove prassi indispensabili per accompagnare le imprese nella quarta rivoluzione industriale”.

Dopo i saluti di Mauro Severi e di Luca Vecchi, il direttore generale di Federmeccanica Stefano Franchi ha dialogato con Marco Bentivogli (segretario generale Fim), Maurizio Landini (segretario generale Fiom) e Rocco Palombella (segretario generale Uilm).

I temi chiave dell’assemblea 2017 sono stati approfonditi attraverso l’intervento di Carlo Calenda (ministro dello Sviluppo economico) e, a seguire, le conclusioni di Vincenzo Boccia (presidente Confindustria).

Nell’introdurre i lavori dell’assemblea generale 2017, il presidente uscente Fabio Storchi ha ricordato le iniziative promosse da Federmeccanica in questi ultimi quattro anni: “Dalla carta delle relazioni industriali presentata oggi come sintesi del lavoro realizzato in questi anni e come piano di lavoro per il futuro, all’innovativo Monitor sul lavoro (Mol). Dalla prima ricerca nazionale dedicata a Industry 4.0, ai progetti di Education come “Traineeship” (per promuovere l’alternanza scuola-lavoro) e “Eureka! Funziona!”. Dalla selezione delle imprese “Champion” per le best practice in tema di relazioni interne, al network “Fabbrica 4D” per valorizzare il ruolo delle donne in azienda. Dall’impegno in Europa attraverso Ceemet (Federazione dei metalmeccanici europei) e il Position paper sull’industria presentato al Parlamento Europeo, fino alla piattaforma per il rinnovamento contrattuale del 2015 alla lunga e intensa trattativa conclusasi con la sottoscrizione – unitaria – del Contratto Nazionale”.

Certamente il contratto nazionale è stato il risultato più importante: “La sfida è lanciata – ha detto Storchi – Adesso il senso del dovere e di responsabilità richiede agli imprenditori, ai loro collaboratori e ai sindacati di impegnarsi con determinazione senza pregiudizi per realizzare ciò che è stato deciso di portare avanti. Il futuro si fonda, infatti, sulla collaborazione a tutto campo, sulla condivisione degli obiettivi, sul coinvolgimento, sulla responsabilità e sui legami di rete. Idee e soluzioni che lascio ad Alberto Dal Poz e a Federmeccanica affinché le promuovano nelle imprese, nel sistema Confindustria, nelle relazioni con i Sindacati, così come nelle politiche territoriali e nazionali”.

“Oggi – ha sottolineato Dal Poz – non celebriamo solo il nuovo contratto, quanto piuttosto gli elementi che hanno permesso di definirlo, così come i significati che porta con sé: il primo di questi è il superamento di quell’idea di “conflitto sociale” che ha segnato l’intero Novecento; il secondo, è la ritrovata dimensione unitaria; il terzo, è la volontà di elaborare una visione condivisa della quarta rivoluzione industriale, per valutarne le minacce, le opportunità e i possibili percorsi; il quarto, è la consapevolezza che il futuro della manifattura si fonda sia sulla digitalizzazione, sia sulla centralità della persona”.

“Il contratto che abbiamo sottoscritto – ha concluso il neo presidente di Federmeccanica – rappresenta solo la prima imbastitura di un progetto di lungo termine. Per crescere nel tempo deve diventare “vivo”, deve nutrirsi di vera attenzione alla “persona”, di vera condivisione degli obiettivi, di autentico riconoscimento dei risultati, di concrete soluzioni formative e di welfare. Se fra due anni dovessimo prendere atto che quanto prefigurato non ha iniziato a realizzarsi ci troveremo di fronte a una grave sconfitta per l’intero Paese. Posso anticipare sin da ora che la prima iniziativa della mia presidenza sarà un “viaggio” attraverso l’intera penisola nel corso del quale incontreremo gruppi territoriali, imprenditori, lavoratori e quadri sindacali. L’obiettivo è promuovere e diffondere quella tensione ideale indispensabile per costruire, dal basso, le nuove relazioni industriali del nostro Paese”.