Hiv, ricercatrice Unimore vince due premi a Boston

23 giugno 2017 | 15:22
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Hiv, ricercatrice Unimore vince due premi a Boston

E’ della giovane ricercatrice Sara de Biasi una scoperta fondamentale nel comportamento dei linfociti e per combattere le malattie. Ha dimostrato che farmaci anti-infiammatori possono essere molto più efficaci di quanto pensiamo

REGGIO EMILIA – Una ricercatrice di Unimore si segnala al congresso mondiale di citometria vincendo due dei dieci premi in palio per le migliori presentazioni poster. Si tratta della dottoressa Sara De Biasi che ha presentato due studi in ambito HIV. La De Biasi, che appartiene al gruppo di lavoro del professor Andrea Cossarizza, porta così gli studi modenesi al centro dell’attenzione mondiale dei massimi esperti in materia di HIV. La dottoressa Sara De Biasi, assegnista di ricerca presso la Cattedra di Patologia Generale e Immunologia di Unimore, diretta dal professor Andrea Cossarizza, ha vinto due premi come miglior presentazione poster al congresso mondiale di citometria “Cyto2017” che si è tenuto a Boston nei giorni scorsi e che ha visto la partecipazione di 1.900 ricercatori.

La De Biasi, che nel 2016 era stata eletta “Scholar” della International Society for Advancement of Cytometry (ISAC), ha presentato due studi in ambito HIV. Nel primo studio, che è stato anche pubblicato il 19 giugno sulla prestigiosa rivista internazionale AIDS, si dimostra che la presenza del virus all’interno di diversi tipi di linfociti del sangue periferico dipende sia dalla durata della terapia antiretrovirale, sia dalla capacità del sistema immunitario di produrre nuove cellule.

Questa ricerca evidenzia l’importanza di poter misurare con estrema precisione l’attività dell’HIV anche nelle cellule dove il virus si nasconde integrandosi nel DNA dell’ospite, per poter disegnare meglio nuove strategie terapeutiche volte all’eradicazione dell’infezione. Il secondo studio premiato ha invece riguardato la ricerca di nuovi marcatori immunologici predittivi di successo terapeutico in pazienti HIV+ sottoposti a trapianto di fegato. Va sottolineato che per condurre queste ricerche sono state utilizzate sofisticate strumentazioni presenti, in Italia, unicamente presso Unimore.

Entrambi gli studi, portati avanti insieme a Milena Nasi, ricercatrice della Patologia Generale, e a Lara Gibellini, sono stati possibili grazie alla consolidata collaborazione con la Clinica delle Malattie Infettive del Policlinico di Modena, diretta dalla professoressa Cristina Mussini, e grazie alla collaborazione delle dottoresse Erica Franceschini e Margherita Digaetano. Il professor Andrea Cossarizza ha espresso grande soddisfazione per il risultato scientifico ottenuto, che “premia il lavoro pluriennale di un gruppo molto affiatato di ricercatori sia della Patologia Generale, sia delle Malattie Infettive, e pone un’altra volta Modena al centro delle ricerche di avanguardia nel settore della ricerca sull’HIV, un’area che da molti anni è purtroppo drammaticamente priva di finanziamenti”.