Gli operatori: “Ferie al punto nascite? Accuse denigratorie”

23 giugno 2017 | 19:40
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Gli operatori: “Ferie al punto nascite? Accuse denigratorie”

Dopo l denuncia del comitato reggiano “Salviamo le Cicogne di montagna” che ipotizzvano una chiusura estiva di notte e nei fine settimana

CASTELNOVO MONTI (Reggio Emilia) – “Chiuso per ferie: vietato nascere”. Questa la denuncia del comitato reggiano “Salviamo le Cicogne di montagna” che si batte per il mantenimento del punto nascite dell’ospedale Sant’Anna di Castelnovo Monti. I cittadini, di fronte alla supposta chiusura estiva del servizio hanno lanciato l’appello a prepararsi “ad una manifestazione di massa che coinvolga tutta la montagna”.

I professionisti dell’area materno-infantile del distretto reggiano, che comprendono tutti i cinque punti nascita periferici del territorio smentiscono pero’ seccamente: “Dato che non ci risulta che siano state prese decisioni alcune (fatto di cui ci doliamo e che auspicheremmo), il comunicato e’ denigratorio e ingiusto”. Gli operatori pero’ sollecitano una presa di posizione delle istituzioni e avvisano: “Da tecnici possiamo solo asserire che le carenze di organico presenti non ci consentono di garantire l’assistenza perinatale in tutti i cinque punti nascita provinciali nel periodo estivo e quindi auspichiamo che la Regione, la politica locale, le Aziende sanitarie prendano una decisione rapida e tempestiva per consentire di effettuare una programmazione sanitaria corretta ed una ottimale organizzazione dei servizi al fine di creare i minori disaggi possibili per la popolazione reggiana”.

I professionisti lamentano infatti che “globalmente nelle due Aziende reggiane al momento abbiamo una carenza di circa cinque pediatri (il 27% del fabbisogno dell’Ausl) e circa 10 ginecologi (22% di quelli in pianta organica)”, ma rivendicano che “ciononostante fino ad oggi e’ stata garantita l’assistenza ostetrica e pediatrica-neonatologica in tutti i punti nascita”.

Nel discorso piu’ generale della soppressione dei punti nascita periferici, fanno invece notare che “a fronte di un forte calo demografico registrato negli ultimi anni, meno 16% nella nostra provincia negli ultimi cinque anni, il numero di punti nascita non si e’ modificato ed e’ enormemente piu’ elevato rispetto alle altre provincie della regione in rapporto alla popolazione generale ed al numero di parti”. Nel caso specifico poi, Castelnovo, in caso di chiusura del punto nascita, “dovra’ comunque veder potenziati servizi e funzioni correlate all’area perinatale come ripetutamente dichiarato delle direzioni sanitarie”.