Flop Pd ai ballottaggi, Genova vira a destra

26 giugno 2017 | 10:52
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Flop Pd ai ballottaggi, Genova vira a destra

A Fi e Lega anche Verona e L’Aquila. Pizzarotti si riconferma a Parma. L’affluenza sotto al 50%. Trapani senza il sindaco, manca il quorum, si va verso il commissariamento. Esulta Salvini. Delusione del Pd: “Abbiamo perso, ha vinto la destra”. Renzi ammette: “Poteva andare meglio”

REGGIO EMILIA – Netto, clamoroso, in alcuni casi “storico”: il trionfo del centrodestra segna i ballottaggi delle amministrative 2017 che vedono la gran parte dei 22 capoluoghi di Provincia in gioco passare all’asse FI-Lega Nord-Fdi. E’ per il Pd e tutto il centrosinistra, lo schiaffo è sonorissimo: cadono roccaforti “rosse” come Genova e Pistoia, dove il centrodestra non aveva mai vinto e cadono sei Comuni su sei – Piacenza inclusa – in Emilia-Romagna. Da oggi a Matteo Renzi, toccherà riannodare i fili di una sconfitta che rischia di minare anche la sua leadership: “il Pd isolato politicamente perde. Cambiare linea e ricostruire il centrosinistra subito”, è il fendente lanciato dal leader della minoranza Andrea Orlando. E gli stessi Dem ammettono, per voce del capogruppo alla Camera Ettore Rosato: “Abbiamo perso, ha vinto la destra”.

Renzi: “Poteva andare meglio”
Mentre Renzi dà la sua lettura: “I risultati delle amministrative 2017 sono a macchia di leopardo. Come accade quasi sempre per le amministrative. Nel numero totale di sindaci vittoriosi siamo avanti noi del PD, ma poteva andare meglio: il risultato complessivo non è granché. Ci fanno male alcune sconfitte, a cominciare da Genova e l’Aquila ma siamo felici delle affermazioni di Sergio a Padova, di Rinaldo a Taranto, di Carlo a Lecce. Ma più in generale da Ermanno a Cernusco sul Naviglio fino a Francesca a Sciacca, da Marco a Mira fino a Tommaso a Molfetta tutta Italia vede risultati belli e sorprendenti di alcuni dei nostri. Menzione speciale per Veneto e Puglia, regioni dove andiamo meglio del previsto. Peggio del solito Liguria e Emilia Romagna”.

L’affluenza crolla al 46%
In una tornata elettorale che registra un’alta disaffezione dell’elettorato (affluenza al 46%, tredici punti in meno rispetto al primo turno) a fare rumore è, innanzitutto, è l’imporsi di quell’alleanza Fi-Lega-Fdi che, fino a qualche giorno fa, vedeva proprio in Matteo Salvini e Silvio Berlusconi tra i più scettici.

Le vittorie del centrodestra
Eppure, laddove si presenta unito, il centrodestra vince, espugnando Genova con Marco Bucci e conquistando roccaforti rosse come La Spezia – con Pierluigi Peracchini – e Pistoia, con Alessandro Tomasi. Ma lo schema unitario è vincente anche a Monza, Lodi, nell’ “ex Stalingrado” d’Itlia Sesto San Giovanni, ad Asti e a Verona, dove Federico Sboarina trionfa su Patrizia Bisinella, compagna dell’ex sindaco Flavio Tosi e sostenuta anche dal Pd. “Ora vado fino in fondo, a governare. I prossimi sono Renzi, Gentiloni e Boschi”, esulta Salvini “vedendo” la trazione leghista del trionfo di oggi. “E’ un risultato storico, il centrodestra ne faccia tesoro”, è il messaggio, chiaro, che Giovanni Toti, dopo il trionfo del “modello” che porta il suo nome in Liguria, manda ai leader di Fi, Lega e Fdi, a cominciare proprio da Berlusconi. “Uniti si vince, no perditempo”, incalza Giorgia Meloni anticipando un dibattito che, nei prossimi giorni, si farà infuocato.

Anche perché al Sud, dove è l’influenza di FI a prevalere in maniera netta su quella leghista, il centrodestra avanza ugualmente. Clamorosa è la vittoria a L’Aquila, dove Pierluigi Biondi ribalta il risultato del primo turno e ha la meglio su Americo Di Benedetto. Annunciato, il trionfo a Catanzaro di Sergio Abramo e al fotofinish quello a Rieti. In tutto, ai ballottaggi, il centrodestra prende 16 capoluoghi su 22 rivoluzionando, inoltre, il tradizionale trend negativo che aveva subito al secondo turno.

Il Pd si consola con Lecce, Padova, Lucca e Taranto
Oggi, a “piangere”, è invece il Pd. Il centrosinistra si consola vincendo a Lecce con Carlo Maria Salvemini, a Padova con Sergio Giordani, a Lucca con Alessandro Tambellini e a Taranto con Rinaldo Melucci. “Poteva andar meglio”, scrive in tarda notte Renzi su facebook confermando tuttavia come a suo parere le elezioni amministrative siano “un’altra cosa rispetto alle politiche”. Eppure, in chiave di leadership di coalizione, il voto rischia di indebolire il segretario Dem. E da Mdp arrivano, in vista della kermesse di Giuliano Pisapia, i primi attacchi: “la destra è forte, o si cambia o si muore”, sottolinea Arturo Scotto.

Il M5S dopo il disastro del primo turno si consola con Carrara
E il M5S? Dopo il “disastro” del primo turno, si consola strappando Carrara al centrosinistra (con Francesco De Pasquale) dopo 70 anni di governo “rosso” e avanzando nel Lazio, dove vince a Ardea e Guidonia. “Siamo in crescita inesorabile”, sottolinea Luigi Di Maio. A Parma, però, a sorridere è il simbolo del dissenso interno al M5S, Federico Pizzarotti. “Ognuno nel Movimento si farà domande e si darà risposte”, sono le parole della rivincita del sindaco emiliano che, con il suo “effetto Parma”, potrebbe dare linfa ad una formazione ex M5S anche a livello nazionale.