Festival Aperto, ecco il programma

24 giugno 2017 | 16:20
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Festival Aperto alla nona edizione con titolo-tema “Dispositivi meravigliosi” ritorna a Reggio dal 15 settembre al 12 novembre

REGGIO EMILIA – Gregory Porter, star californiana jazz-blues, voce potente e vellutata, fresca di Grammy Award per “Best Jazz Vocal Album 2016”, sarà al Teatro Valli il 15 settembre con la sua band a inaugurare il Festival Aperto e la stagione teatrale. “Dispositivi Meravigliosi” è il titolo-tema di questa nona edizione, che prende le mosse da quel “cominciamento del filosofare” che è la meraviglia socratica.

Due importanti eventi espositivi affiancano gli eventi live per tutta la durata del festival: la mostra di grandi tele del pittore Gabriele Amadori e l’installazione audio-video Triptych di Yuval Avital fanno delle arti visive un filo conduttore rilevante, sempre in collegamento alle arti performative. Così è anche nelle performance di Saburo Teshigawara fra le opere d’arte della Collezione Maramotti e nei due concerti ispirati a Vasilij Kandinskij. L’affidamento della nuova opera di Mauro Montalbetti alla regista cinematografica Alina Marazzi è un ulteriore momento di dialogo fra le arti, di riconversione della cinematografia in azione e scena; un progetto incentrato sul tema drammaticamente attuale – vero dispositivo di ingiustizie – delle migrazioni d’oggi e di ieri.

Il programma del festival Aperto

La reinvenzione contemporanea di tradizioni – ovvero: come i germogli pensano alle radici – è un altro dei fili conduttori: musiche e coreografie nuovissime con e/o per Beethoven (Quartetto Mirus, Divertimento Ensemble, Ballet de Lyon), la trasposizione popolare “ballabile” del Trovatore verdiano (L’Usignolo); la Giselle contemporanea di Dada Masilo. E ancora: l’uso poetico di tecnologie (“Haye”, Silent, Symphony Device); la valorizzazione di giovani valentissimi artisti (NDT2, Ensemble Accademia Scala, Olivier Dubois, Quartetto Mirus, Simone Beneventi) e l’attenzione al giovane pubblico con concerti guida alla conoscenza delle musiche contemporanee (il ciclo SoL#); l’intreccio dei generi (Compagnie Lapsus, Offline, Emma Dante, la contemporanea e il jazz). Non sono che alcuni dei motivi trasversali individuabili nel programma, il quale è organizzato in aree di programmazione immediatamente riconoscibili.

Musica per il teatro e per lo spazio è la zona di sperimentazione drammaturgica, dove trovano posto ”Haye”: Le parole la notte, nuova opera di Mauro Montalbetti e libretto di Alessandro Leogrande sul tema delle migrazioni, e Silent di Gabriele Marangoni, concerto e sfida ai limiti della percezione che porta in scena, accanto a un gruppo di solisti, un ensemble vocale di persone sorde (in collaborazione con l’Ente Nazionale Sordi, sede di Reggio Emilia).

Contemporary Jazzes, al plurale, perché nel programmare alcuni fra i maggiori musicisti d’oggi ne mette in risalto la pluralità: un gruppo leggendario come l’Art Ensemble of Chicago riconduce il free jazz alle radici africane; un eccelso chitarrista come Marc Ribot reinventa il Philly Sound (soul di Philadelphia) incrociandolo con il post-funk del Prime Time di Ornette Coleman; il già citato Gregory Porter rivivifica matrici soul-blues con una straordinaria voce jazz di ultima generazione; Stefano Battaglia e Michele Rabbia “leggono” con maestria improvvisativa una tela dipinta.

Fattore K è la sigla sotto cui si raccolgono musiche contemporanee del Novecento storico attorno al mondo artistico di Vasilij Kandinskij (collegati alla mostra in autunno a Palazzo Magnani) nei due concerti rispettivamente dell’Ensemble dell’Accademia Teatro alla Scala e del Duo pianistico Arciuli Rebaudengo.

Sol#sabati e lunedì contemporanei: cinque concerti di musiche nuovissime (non senza escursioni verso diverse tradizioni), varie e sorprendenti come un intero universo. Viaggi alla scoperta di mondi pieni di invenzione, concerti “con parole” illustrati dagli esecutori stessi: un invito all’ascolto di quanto avvincente e tutt’altro che ostica sappia essere la musica d’oggi. Con il Quartetto Mirus, Simone Beneventi, la riscrittura beethoveniana del Divertimento Ensemble, quella verdiana-popolare de L’Usignolo, la tecnologia vintage di Tempo Reale.

Reggioemiliadanza è lo spazio che ospita il meglio della produzione coreutica internazionale. Grandi compagnie e coreografi che pongono al centro del loro lavoro  il “dispositivo meraviglioso” per eccellenza: il corpo umano, centro e punto di irradiazione del più vasto dispositivo spettacolare. Con commissioni, prime italiane e assolute, collaborazioni prestigiose di: Nederlands Dans Theater 2, Ballet de l’Opéra de Lyon, Dada Masilo, Olivier Dubois, Saburo Teshigawara / Karas, Compagnia Aterballetto.

La compagnia Saburo Teshigawara / Karas è protagonista inoltre del Progetto realizzato in collaborazione con Collezione Maramotti e Max Mara, che dal 2009 viene riproposto ad anni alterni con coreografi internazionali sempre diversi. Contestualmente alla prima europea in teatro, Teshigawara presenterà la sua performance in Collezione (commissione e prima assoluta), spazio irripetibile per la risonanza speciale che viene a crearsi con le 200 opere esposte, create da un centinaio di artisti dal 1950 a oggi.

Nuova danza italiana e altre tendenze è da anni uno dei punti fermi della programmazione, come sostegno a nuove generazioni di coreografi italiani e alla creatività emergente. Il Festival ospita nel 2017 il Premio per la Giovane Danza d’Autore dell’Emilia-Romagna, sostenuto da Rete Anticorpi di cui la Fondazione I Teatri è partner. Sei i giovani coreografi partecipanti: Nicola Galli, Barbara Berti, Caterina Basso, Manfredi Perego, Francesca Penzo, Olimpia Fortuni.  E sempre in un’ottica di nuova creatività cadono gli intrecci della danza con altri mezzi espressivi. Così lo spettacolo di circo della Compagnie Lapsus; e lo spettacolo Offline, canzoni degli Africa Unite e interventi danzati della MM Contemporary Dance Company; infine Emma Dante che nella sua ultima produzione, Bestie di scena, sconfina dal teatro nella danza con uno spettacolo senza testo che lascia la “parola” ai corpi.

Art Exhibitions ospita la mostra del pittore Gabriele Amadori Concerti su tela, e l’installazione audio-video di Yuval Avital Icon-Sonic Postcards Tryptich per video e altoparlanti. Si tratta di due artisti in stretta connessione con la musica, ma portata avanti con mezzi alquanto diversi. Le tele di Amadori sono state realizzate come music paintings nel corso di concerti dal vivo. L’installazione di Avital è un’opera icono-sonora sulla voce umana e insieme un ritratto della città attraverso voci e volti. Vendita biglietti dal 26 giugno su http://www.iteatri.re.it/ e in biglietteria.