Italiani sempre più poveri, record di accessi alla Caritas

27 giugno 2017 | 18:39
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Italiani sempre più poveri, record di accessi alla Caritas

Una persona su quattro, di quelle che chiedono aiuto, è reggiana. Si registra un aumento dei “working poor”: contratti precari o stipendi che non superano i mille euro

REGGIO EMILIA – Una persona su quattro di quelle che nel 2016 si e’ rivolta al centro di ascolto della Caritas di Reggio Emilia e’ italiana. Il 25% e’ la percentuale piu’ alta di sempre registrata dal 2010, ovvero da quando l’utenza non straniera e’ cresciuta di anno in anno, con una breve parentesi solo nel 2013. Lo si legge nel bilancio dell’attivita’ svolta dall’ente diocesano, in cui e’ in evidenza la ripresa del fenomeno dei cosiddetti “working poor”. Persone cioe’, che pur avendo un’occupazione si rivolgono alla Caritas per un aiuto ed il cui numero non ha mai superato valori superiori al 10%. Ma che l’anno scorso e’ arrivato al 15% circa.

“Sicuramente nel territorio reggiano il mercato del lavoro e’ ripartito ma, dopo il grande exploit delle assunzioni a tempo indeterminato del 2015, nel 2016 si tratta principalmente di contratti temporanei, che non danno quella sicurezza e quella continuita’ che pone al sicuro dal rischio di dover intraprendere percorsi di impoverimento”, commenta la Caritas. Oltre alla precarieta’, aggiunge il rapporto, “va evidenziato che due terzi delle persone occupate presenta uno stipendio che non supera i 1.000 euro, per cui diventa difficile pensare che si realizzi l’autonomia senza un accompagnamento adeguato che metta in campo anche benefici e contributi pubblici o privati capaci di integrare il reddito”.

Le problematiche occupazionali, che si collocano al secondo posto della classifica dei bisogni espressi, sono poi confermate anche dalla classe anagrafica degli utent i-per la maggior parte dai 45 ai 54 anni- “a causa anche dell’impossibilita’ di ricollocarsi nel mondo del lavoro”.

Fra le problematiche che si presentano con maggior frequenza ci sono invece quelle economiche (comuni a 799 persone) ed occupazionali (625 persone). Sul terzo gradino del podio la problematica abitativa, denunciata da 426 persone. Per quanto riguarda gli stranieri invee, la Caritas sottolinea: “Nel 2016 si e’ registrato un vero e proprio boom di individui che sono arrivati una volta usciti dai centri di accoglienza straordinaria, soprattutto in altre parti d’Italia. In questo caso la Caritas e’ vista come un secondo luogo di sbarco, dopo quello avvenuto una volta arrivati sul territorio nazionale, a cui ci si rivolge per sopravvivere”.

I casi affrontati “riguardano percorsi molto differenti, perche’ diverse sono le motivazioni che hanno spinto queste persone a partire”. Percorsi che pero’, avvisa l’ente, “stanno mettendo in discussione le realta’ caritative e sui quali diventa piu’ che mani necessario ripensare l’approccio e il tipo di intervento che si puo’ mettere in campo”. In dettaglio le zone di maggiore affluenza sono essenzialmente tre: l’Africa del Nord, che vede in Marocco e Tunisia le due maggiori presenze (complessivamente il 37,4%), l’Europa dell’Est di cui l’Ucraina ne e’ la piu’ rappresentativa, ( al 20,7%) a cui si aggiunge con un 4,5% la Georgia, mentre la terza area, in aumento rispetto agli anni precedenti e’ quella dell’Africa Centrale che si affaccia sull’oceano Atlantico (comprendente Ghana, Nigeria e recentemente anche Senegal).

Infine per quanto riguarda la regolarita’ delle persone incontrate 292, pari al 43,5% possiedono un permesso di soggiorno. A queste si aggiungono coloro che possiedono la carta di soggiorno di lungo periodo (66 persone, pari al 9,8%). Gli stranieri ai i quali non e’ richiesto il permesso di soggiorno in quanto cittadini appartenenti all’Ue sono 39 persone (il 5,8% del totale). Unendo tutti questi dati, si ottiene per differenza il valore di coloro che invece non possiedono alcun documento che ne abiliti la permanenza in Italia: 197 persone, pari al 29,4%. Capitolo a parte, invece, quello delle 71 persone, pari al 10,6%, che si trovano nel “limbo” legislativo in attesa di risposta alla richiesta di permesso di soggiorno avanzata (Fonte Dire).