Theresa May: “Minacce da Ue per condizionare voto in Gb”

3 maggio 2017 | 18:19
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Theresa May: “Minacce da Ue per condizionare voto in Gb”

Accusa a leader e funzionari europei di aver rivolto “minacce” sui negoziati per la Brexit con l’intento di “condizionare” le elezioni britanniche dell’8 giugno. La premier May ha parlato dopo essere stata ricevuta dalla regina per lo scioglimento formale del Parlament

REGGIO EMILIA – La premier britannica, Theresa May, è stata ricevuta dalla regina a Buckingham Palace per l’atto formale di scioglimento del Parlamento in vista delle elezioni già annunciate per l’8 giugno. Il placet della sovrana segna l’avvio del conto alla rovescia, anche se la campagna elettorale – giocata soprattutto sulla Brexit – è iniziata da giorni: con il Labour di Jeremy Corbyn e altre forze d’opposizione impegnate ad inseguire i favoritissimi Conservatori guidati dalla stessa May.

Theresa May accusa leader e funzionari europei di aver rivolto “minacce” sui negoziati per la Brexit con l’intento di “condizionare” le elezioni britanniche dell’8 giugno. Parlando dopo essere stata ricevuta dalla regina per lo scioglimento formale del Parlamento, la premier del Regno aggiunge che la posizione di Londra in questi giorni è stata deliberatamente “mal rappresentata”.

Il voto dell’8 giugno è “per il futuro della Gran Bretagna” e per la “migliore Brexit possibile”, ha detto Theresa May parlando a Downing Street di ritorno da Buckingham Palace dove la regina ha formalizzato su sua proposta lo scioglimento del Parlamento.

“C’è chi non vuole a Bruxelles che i colloqui” per la Brexit “abbiano successo”, ha aggiunto Theresa May di fronte a Downing Street in un breve discorso che avrebbe dovuto essere di rito, ma ha avuto passaggi insolitamente bellicosi verso l’Ue, o almeno alcuni ambienti europei. La premier britannica ha insistito sul fatto che questa fase iniziale dimostra che i negoziati potranno essere “duri” e ha ribadito l’appello a un voto per lei e per il Partito Conservatore per rafforzare “la mano” britannica al tavolo della trattativa, presentando ancora una volta il leader dell’opposizione laburista, Jeremy Corbyn, come troppo debole e non abbastanza credibile per il compito.