Luzzara, la Cgil: niente Tfr e incentivi per lavoratori Flexibord

4 maggio 2017 | 18:52
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Luzzara, la Cgil: niente Tfr e incentivi per lavoratori Flexibord

L’azienda ha chiuso l’attività ma i 60 lavoratori, che oggi sono in mobilità, non hanno ricevuto quanto dovuto secondo il sindacato

LUZZARA (Reggio Emilia) – La Filctem Cgil, è “fortemente preoccupata” per la situazione dell’azienda Giplast Group Spa, l’azienda di Giulianova in provincia di Teramo sempre gestita dall’imprenditore Giuseppe Marozzi che ha incorporato Flexibord Spa a seguito della cessazione dell’attività, avvenuta lo scorso novembre, che ha portato alla perdita nel 2016 di oltre 60 posti di lavoro nel Comune di Luzzara.

Scrive la Cgil: “Nonostante i continui richiami da parte sindacale all’azienda, al rispetto dell’accordo sottoscritto con Confindustria, Provincia, Comune di Luzzara, Giplast Spa, colpita da una crisi di liquidità, non sta garantendo l’erogazione delle spettanze di fine rapporto e dell’incentivo agli ex lavoratori di Luzzara. La preoccupazione è ancora maggiore per il fatto che, nonostante l’impegno di Provincia e Confindustria per favorire la riqualificazione dei lavoratori, quasi nulla è stato fatto in tal senso e quasi la totalità degli ex dipendenti risultano purtroppo ad oggi ancora disoccupati e con un reddito mensile limitato esclusivamente all’indennità di mobilità con le ovvie conseguenze di rendere ancor più precarie le condizioni di vita di queste persone e delle loro famiglie”.

Un’altra doccia fredda è arrivata in questi giorni con la notizia dell’attivazione da parte della Giplast di una procedura concorsuale che avrà come risultato immediato la sospensione dei pagamenti arretrati e l’allungamento dei tempi di pagamento delle spettanze agli ex dipendenti.

La Filctem Cgil “sarà pertanto a fianco dei lavoratori per sostenerli nella vertenza legale che avrà l’obiettivo del recupero delle spettanze economiche dovute”.

Conclude il sindacato: “Nel frattempo però riteniamo indispensabile riaprire con urgenza il tavolo con le istituzioni provinciali, locali e Confindustria in quanto, nonostante gli sforzi per mantenere occupazione e lavoro nel territorio reggiano, devastato da una crisi che non è risolta,  diventa davvero preoccupante  che oltre ad avere a che fare con imprenditori disonesti  e senza scrupoli che scaricano sui lavoratori la loro incapacità imprenditoriale,  nemmeno gli accordi firmati davanti alle istituzioni possano essere una garanzia di rispetto dei diritti dei lavoratori”.