Farmacie comunali, 11 milioni di euro per il welfare

10 maggio 2017 | 08:31
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Farmacie comunali, 11 milioni di euro per il welfare

Il bilancio: un risultato positivo di poco piu’ di 24.000 euro e un fatturato della gestione caratteristica in aumento di un milione di euro rispetto al 2015

REGGIO EMILIA – Un risultato positivo di poco piu’ di 24.000 euro e un fatturato della gestione caratteristica in aumento di un milione di euro rispetto al 2015. Ma soprattutto un contributo di 11,2 milioni al welfare cittadino, destinato a progetti di accoglienza, sostegno, aiuto a disabili, anziani e minori ed ad attivita’ educative.

Sono i principali elementi emersi dal bilancio consuntivo 2016 dell’azienda speciale delle Farmacie comunali riunite (Fcr) di Reggio Emilia, illustrato questa sera in commissione Bilancio in municipio. La societa’ controllata al 100% dal Comune ha chiuso il 2016 con un risultato complessivo di circa 37 milioni di euro, mentre gli investimenti sono stati di 913.000 euro.

Tra i progetti finanziati anche l’acquisizione del diritto di superficie per la realizzazione della prossima farmacia dell’ospedale. Circa 1,8 milioni, infine, i clienti complessivi di farmacie pubbliche e private, parafarmacie, strutture sanitarie, case di cura e poliambulatori. “Sono dati di bilancio che sintetizzano da una parte la buona salute di Farmacie comunali riunite (Fcr) rispetto a conti e gestione aziendale nel core business della commercializzazione del farmaco e dell’informazione ai cittadini, dall’altra l’importanza strategica della stessa azienda per l’attuazione delle politiche e la realizzazione dei servizi sociali ed educativi a Reggio Emilia”, commenta l’assessore comunale al Bilancio Daniele Marchi.

“Fcr funziona – aggiunge Marchi – nonostante le turbolenze di un mercato incerto qual e’ quello del farmaco in Italia e non solo e si conferma decisiva per la realizzazione di un welfare inclusivo, che non lascia indietro nessuno ed e’ in grado di accompagnare persone con difficolta’ diverse in maniera ‘attiva’”. Cioe’, conclude Marchi, “non meramente assistenziale, ma facendo leva sulle qualita’ di ciascuno per rendersi il piu’ possibile autonomo e vivere dignitosamente”.