Reggio contrasta le slot, ma il pericolo è l’online

24 aprile 2017 | 11:12
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Reggio contrasta le slot, ma il pericolo è l’online

Approvata delibera per ridurre le tasse ai locali no slot, ma vietare il gioco live quando il mercato sul web continua a spopolare rischia di colpire i gestori senza aiutare i giocatori

REGGIO EMILIA – In un settore ancora legato ai provvedimenti degli enti locali, Reggio Emilia ha deciso di dare un segnale ai propri esercenti. Una mossa che certo può aiutare i cittadini più coinvolti nel gambling senza freni, ma rischia di non tenere in considerazione l’online, fattore di sviluppo dell’industria.

Il consiglio comunale di Reggio ha di recente approvato un documento per ridurre le tasse ai locali no slot. La speranza è diminuire il numero di macchinette presenti sul territorio, dove se ne conta una ogni 165 residenti. Le agevolazioni fiscali dovranno permettere di far recuperare la cifra persa dal mancato introito derivato dalle slot machine. Una sfida non così semplice, se si pensa che a livello nazionale il gioco d’azzardo porta circa 10 miliardi di euro allo Stato e 8 ai gestori.

La strategia può essere impostata anche sul punto di vista etico, portando agli occhi di chi possiede i mini-casinò gli effetti del gioco d’azzardo per i giocatori compulsivi. Nella speranza di limitare i casi di ludopatia, il Movimento 5 Stelle locale ha poi proposto di limitare gli orari di apertura delle slot machine. A Bologna un’ordinanza stabilisce 10-13 e 17-22 come fasce utilizzabile, e la speranza è riuscire a ottenere un risultato simile.

L’iniziativa del comune di Reggio Emilia trae forza da un movimento sviluppatosi nella regione nel corso degli ultimi anni. La precedenza è stata data a provvedimenti come il distanziometro, ma non si è sottovalutato l’aspetto educativo. I progetti “Scuole che promuovono la salute” hanno inserito al loro interno la sensibilizzazione al gioco d’azzardo compulsivo.

L’Emilia-Romagna ha trattato circa 1.300 casi limite nel 2015, ultimo anno di cui sono stati resi noti i dati. L’incremento rispetto al 2010 superava già allora il 150%, e si può prevedere che in futuro si manterrà il segno positivo davanti alla percentuale. Tutti numeri che rendono l’idea della consapevolezza del problema nelle istituzioni. Applicare una politica di contrasto ai mini-casinò comporta però un rischio da non sottovalutare: rinforzare il gioco d’azzardo online.

La filiera di internet ha superato il miliardo di euro nel 2016. Una crescita imponente nei confronti del 2015, quando si era fermata a 821 milioni di euro. Diversi giocatori hanno già scoperto i vantaggi dell’online, tra cui la varietà dell’offerta e la velocità di gioco. Limitare gli orari del gioco nei mini-casinò rischia di avere come unica conseguenza lo spostamento in una piattaforma più difficile da controllare. Non si può parlare di orari di apertura in rete, così come di distanziometro.

I casinò game online hanno già raccolto 439 milioni di euro nel 2016, le scommesse sportive 350. Con una spesa media di 111 euro per giocatore, internet può diventare il nuovo strumento di perdita di denaro per gli italiani. Senza la possibilità di promettere una diminuzione delle imposte per convincere gli esercenti a diminuire il numero di slot machine. Per questo le mosse dei governi locali rischiano di rivelarsi inutili, o almeno poco efficaci. Vietare il gioco live quando il mercato online continua a spopolare rischia di colpire i gestori senza aiutare i giocatori. Una doppia sconfitta per le istituzioni.