La Fedeli: “La scuola italiana non poteva che ripartire da Reggio”

5 aprile 2017 | 08:56
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La Fedeli: “La scuola italiana non poteva che ripartire da Reggio”

Per il ministro, ieri in città, “Reggio Children ispira fortemente le norme sulla buona scuola per la fascia 0-6 anni che stanno per essere varate dal Governo”. Il sindaco Vecchi: “Parole che ci onorano e ci fanno molto piacere”

REGGIO EMILIA – “La scuola italiana non poteva che ripartire da Reggio Emilia, dalla qualità della sua esperienza educativa e dalla dimensione della Città educante che lega comunità, persone ed educazione e che è parte così importante e tipica della storia della vostra città. Il Reggio Emilia Approach ispira fortemente, sui temi della fascia 0-6 anni, le nuove norme sulla buona scuola e le relative deleghe, la cui approvazione da parte del governo è prevista a giorni. C’è molto di Reggio Emilia, delle sue buone pratiche di innovazione, educazione e qualità che vogliamo estendere al Paese”, così come in tema di nuove tecnologie, della qualità dei contenuti che diffondono e delle loro applicazioni”.

Così il ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca Valeria Fedeli si è rivolta al sindaco Luca Vecchi e al pubblico che l’ha accolta ieri a Reggio Emilia nel corso di una visita, promossa dall’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, in chi il ministro ha avuto l’opportunità di apprezzare direttamente gli spazi e le attività della scuola d’infanzia comunale Diana.

“Le parole del ministro ci onorano e ci fanno molto piacere”, ha commentato il sindaco Luca Vecchi. “Non possiamo che essere orgogliosi, ma anche stimolati a fare ancor meglio – ha aggiunto – dal fatto che nella nuova legge sulla scuola italiana vi sia un importante contributo di pensiero e conoscenza dell’esperienza educativa reggiana, nata dalla nostra comunità, dalla filosofia di Loris Malaguzzi e dalla consapevolezza dei diritti dei bambini. Sull’Educazione, Reggio Emilia ha una storia e indubbiamente una serie di risultati importanti. A questa esperienza è connaturata una vocazione innovativa che, in passato come oggi, ci spinge in avanti. Credo che tutto questo abbia contribuito a fare dell’Educazione la competenza distintiva della città: ora siamo grati, e ci sentiamo ancor più responsabili su questo tema, sapendo che il ‘modello’ educativo reggiano è alla base anche di norme che riguardano tutti gli italiani e in particolare le nuove generazioni del nostro Paese”.

A Reggio Emilia, le scuole dell’infanzia scolarizzano più del 92% dei bambini, mentre ai nidi d’infanzia è iscritto il 43% dei più piccini: percentuali ben oltre la media nazionale e, nel caso dei nidi, oltre gli standard europei. Sempre in campo nazionale, la Fondazione Reggio Children è impegnata, sul piano progettuale e insieme con Enel Cuore onlus, nel progetto Fare Scuola per la riqualificazione di 60 scuole: un altro veicolo di diffusione italiana del Reggio Emilia Approach.

Il sindaco ha sottolineato come, in ambito locale, si stia lavorando per diffondere l’approccio educativo 0-6 alla fascia 6-14 anni, attraverso i servizi di Officina Educativa e il recente Patto per l’educazione e la conoscenza firmato dal Comune, dall’Ufficio scolastico (Provveditorato) e dagli Istituti comprensivi della città, che prevede fra l’altro l’apertura della maggior aperte delle scuole al pomeriggio, quali punti di riferimento educativi ma anche sociali e relazionali nei quartieri. Ancora, il sindaco ha citato lo sviluppo dell’Università a Reggio Emilia, che sta raggiungendo gli 8.000 iscritti, e l’Accordo di programma fra Comune e Unimore per il rafforzamento della sede universitaria reggiana nei prossimi anni.

Il ministro Fedeli, in tema di collaborazione fra ricerca ed educazione, ha anche evidenziato la validità del Cluster su tecnologia e digitale ed educazione che vede Unimore e Reggio Children fra gli attori principali: “Una sperimentazione da sostenere e diffondere”. E ha aggiunto che, quando si tratta di nuove tecnologie, serve prioritariamente occuparsi anche di “qualità dei contenuti diffusi”, perché “semplificare non basta”.

Nella visita al Diana – dopo l’incontro nell’aula Magna di palazzo Dossetti a cui hanno preso parte fra gli altri il rettore Angelo Oreste Andrisano e il professor Alberto Melloni docente alla stessa Unimore – il ministro è stata accompagnata da pedagogiste, insegnanti, atelieriste e dall’assessore all’Educazione e alla Conoscenza Raffaella Curioni, dal presidente dell’Istituzione Scuole e Nidi d’infanzia Nando Rinaldi (che ha portato il saluto anche della presidente della Fondazione Reggio Children Carla Rinaldi, impossibilitata a intervenire per un imprevisto) e dal direttore dell’Istituzione Paola Cagliari, dalla presidente di Reggio Children srl Claudia Giudici.