Imprese, sprofondo artigiani: in calo da nove anni

4 aprile 2017 | 19:05
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Imprese, sprofondo artigiani: in calo da nove anni

Saldo negativo nel 2016 che riporta settore a prima del 2002

REGGIO EMILIA – Aumentano le realta’ di maggiori dimensioni e piu’ strutturate, ma il bilancio 2016 e’ ancora negativo per le imprese artigiane della provincia di Reggio Emilia. A fronte di un +5,6% delle societa’ di capitale artigiane (che hanno cosi’ raggiunto le 1.067 unita’), si e’ registrata una flessione del 4% per le societa’ di persone e, soprattutto, un calo dell’1,9% delle ditte individuali che, con 14.622 unita’, rappresentano i due terzi del comparto.

E’ uno dei dati piu’ rilevanti che emergono dall’analisi dell’Ufficio Studi della Camera di commercio sui dati del Registro delle imprese. Complessivamente, dunque, per l’artigianato il 2016 si e’ chiuso ancora con il segno meno, riportando il numero delle imprese a prima del 2002. Ormai da nove anni, infatti, la provincia di Reggio registra una continua flessione nel numero di imprese artigiane, che all’inizio della crisi economica erano circa 22.600, mentre alla fine dello scorso anno sono scese a 19.228 unita’, dalle 19.599 del 2015 (meno 1,9%).

Al di la’ delle macrocifre sulla consistenza del settore, le analisi camerali evidenziano un processo di rimodulazione dell’universo artigiano che e’ tuttora in atto, dopo l’innesco legato alla crisi del 2008 e un calo della struttura imprenditoriale artigiana sul territorio, che raggiunse l’apice nel 2009 con un -3,4%. Nel 2016, la spinta a recuperare terreno (ma con esiti insufficienti) ha investito soprattutto alcuni settori dell’universo dei servizi, con nove imprese artigiane in piu’ (che hanno portato il totale a 553) nel noleggio, agenzie di viaggio, servizi alle imprese e servizi immobiliari. Il saldo positivo e’ legato in modo esclusivo alle attivita’ di servizi per gli edifici e di cura e manutenzione del paesaggio, che in un anno sono cresciute di 10 unita’ raggiungendo le 420 imprese.

Saldo positivo anche per le attivita’ professionali, scientifiche e tecniche (piu’ 4,7%, trainato dalla crescita delle imprese di design industriale, tecnico e di moda) e i servizi di informazione e comunicazione, in particolare le attivita’ di elaborazione dei dati, hosting e attivita’ connesse. Fra i servizi rivolti alle persone, pur con numeri ancora contenuti, da sottolineare la crescita le attivita’ di assistenza sociale non residenziale che in un anno sono passate da 3 a 12. Nel corso del 2016 sono cresciute anche le attivita’ di ristorazione che, con una variazione positiva dell’1,6%, hanno raggiunto le 562 unita’, grazie soprattutto all’incremento delle attivita’ di preparazione di cibi da asporto.

Sono ancora in sofferenza, invece, sia il settore edile che il manifatturiero. Le riduzioni piu’ consistenti, infatti, interessano soprattutto i due settori piu’ “forti”, in termini di numerosita’ di imprese dell’artigianato: le imprese delle costruzioni nel 2016 si sono ridotte di 274 unita’, scendendo cosi’ a 9.433, mentre il manifatturiero, con una flessione dell’1,9%, e’ passato da 4.401 a 4.318 imprese. In calo anche le imprese artigiane che operano nel campo dei trasporti e del magazzinaggio, che hanno registrato una contrazione del 4,2%, e dell’agricoltura, con una riduzione del 7%.