Gratteri: “Politici troppo timidi sui problemi della giustizia”

8 aprile 2017 | 16:53
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Gratteri: “Politici troppo timidi sui problemi della giustizia”

L’incontro con gli studenti di “Noicontrolemafie” stamattina nell’aula magna dell’università

REGGIO EMILIA – L’oramai tradizionale confronto con il gotha dei magistrati antimafia italiani ha caratterizzato la giornata conclusiva della settima edizione del Festival “Noicontrolemafie”. A incontrare gli studenti di Ariosto, Canossa, Chierici, Galvani e Zanelli che questa mattina hanno gremito l’Aula magna dell’Università due “vecchie conoscenze” dei reggiani come il procuratore capo del Tribunale di Catanzaro Nicola Gratteri e il consigliere presso la Corte d’Appello di Palermo Mario Conte, ai quali si sono aggiunti il procuratore generale presso la Corte d’Appello di Bologna Ignazio De Francisci e la sostituto procuratore della Repubblica del Tribunale di Palermo Giorgia Spiri.

Ad aprire i lavori della mattinata, coordinati da Elia Minari di Cortocircuito,  il saluto del prefetto Raffaele Ruberto, del sindaco Luca Vecchi e di Giammaria Manghi,  presidente della Provincia di Reggio Emilia, ente che da sette anni promuove il Festival della legalità. Citando la recente indagine realizzata dall’istituto di ricerca delle Acli che ha inserito Reggio Emilia – insieme a Milano, Piacenza, Parma, Modena, Bologna, Ravenna, Rimini e Roma –  tra i poli dinamici nei quali si registra in media un Pil pro capite annuo di 31.536 euro, conto i 22.282 euro a livello nazionale, il presidente Giammaria Manghi ha invitato “a tenere alta guardia perché se, fortunatamente, qui la ricchezza continua a essere presente, noi rimaniamo una zona aggredibile, anche dopo il processo Aemilia e il commissariamento di Brescello, perché la mafie vanno dove c’è denaro”.

“Occorre dunque continuare in una azione tanto forte quanto sinergica, anche sul fronte culturale con iniziative come il Festival della legalità, e con la partecipazione attiva di voi giovani, che ringrazio anche oggi di essere con noi insieme alle altre istituzioni e alla società civile, dando il segno non rituale di una comunità che, seppur in una stagione complessa, continua a muoversi assieme su temi e a difesa di valori determinanti”.

Il coordinatore scientifico di “Noicontrolemafie” Antonio Nicaso, che anche quest’anno per una settimana ha percorso la provincia reggiana in lungo e in largo per portare la propria preziosa testimonianza di storico e scrittore delle mafie, ha quindi introdotto il tema della giornata, “Criminalità, mafie e terrorismi: una sfida globale”,  sul quale è intervenuto il procuratore generale presso la Corte d’Appello di Bologna Ignazio De Francisci, “stupito per la presenza di tutte queste istituzioni,  dai sindaci ai presidenti di Provincia e Camera di commercio, perché in Sicilia c’è una sensibilità diversa e non tutti i politici partecipano a manifestazioni come questa, magari per la paura di perdere voti…”.

Dopo aver ricordato che “l’espansione di Cosa nostra al Nord e in particolare in Emilia-Romagna è iniziata da parecchio tempo, con collegamenti che risalgono al primo maxi processo di più di trenta anni fa”, De Francisci ha detto che “purtroppo l’azione di contrasto risente della nostra lentezza organizzativa e anche culturale, ma passi in avanti si sono comunque fatti con le Direzioni nazionale e distrettuali che hanno finalmente favorito la collaborazione tra magistrati e l’estensione dei saperi antimafia”. Certo, resta ancora tanto da fare – “qui a Bologna ho ad esempio scoperto che tutto il mondo delle misure di prevenzione, specie patrimoniali, era sostanzialmente ignoto” – “ma mi sento comunque di manifestare un cauto ottimismo: rispetto al 1992, l’anno delle due grandi stragi, quando eravamo davvero in ginocchio, oggi stiamo meglio grazie a quello che hanno fatto proprio Falcone e Borsellino”.

Parola quindi al procuratore capo del Tribunale di Catanzaro Nicola Gratteri, che ha iniziato con un elogio alla nostra magistratura “ma soprattutto alla nostra polizia giudiziaria, agli uomini e alle donne che stanno sul campo ad indagare, che è davvero molto evoluta, apprezzata in tutto il mondo e in grado di discutere alla pari con gli agenti dell’Fbi o di Scotland Yard”.

“Dal punto di vista tecnologico siamo magari un passo indietro”, ha aggiunto Gratteri invidiando ad esempio alla Bka tedesca “uno strumento che consente di risalire dalla forfora al Dna, ma in tecnica di indagine non siamo secondi a nessuno”. “Anche la legislazione antimafia è la più evoluta al mondo, forse anche perché di mafie ne abbiamo almeno quattro, ma dal potere politico e da legislatore ci aspettiamo sempre più coraggio e slancio”, ha aggiunto Gratteri sollecitando nuovamente “una maggiore informatizzazione del processo penale e modifiche normative che eliminino i tempi morti dei processi”: “Il potere politico italiano è troppo timido nell’affrontare in concreto e in modo radicale i problemi della giustizia tanto che a volte faccio davvero fatica a cogliere la buona fede in chi non si rende conto che, con un semplice decreto legge, in un mese si potrebbero ridurre i costi e, almeno del 60%, anche i tempi dei processi…”.

Il procuratore di Catanzaro ha poi rilanciato il suo fermo no alla legalizzazione delle droghe leggere, denunciando “la disonestà di chi, anche persone importanti, sostiene che non fanno male e non danno dipendenze,  senza aver mai fatto una indagine per droga o senza aver mai parlato con un tossico o con un operatore di una comunità terapeutica”. Forti critiche anche nei confronti dell’Europa (“Non è attrezzata a contrastare le mafie  perché discute solo di economia e di banche, nel Nord Europa non hanno la cultura del controllo del territorio che abbiamo in Italia e in Belgio, tanto per dire, alle 13.30 del venerdì i pedinamenti vengono interrotti…”) e dell’Onu, “che è il posto degli Stati deboli, perché a decidere sono quattro, cinque grandi nazioni”.

“Sta allora a noi cittadini del mondo, a partire da voi, incominciare a protestare e ad alzare la voce, ovviamente in modo democratico”, ha concluso Gratteri rivolto ai ragazzi: “Intanto studiate per capire il mondo degli adulti e per non essere fregati dagli adulti”.