Crisi Unieco, Legacoop: “Patto territoriale per l’occupazione”

8 aprile 2017 | 16:11
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Crisi Unieco, Legacoop: “Patto territoriale per l’occupazione”

Da Volta e Bosi critiche agli ex presidenti di Coopsette e Unieco. Monti silura Casoli: “Via dalla presidenza del Ccpl”. L’ammissione: “Impossibile oggi un intervento per restituire il prestito sociale”

REGGIO EMILIA – “Massimo sostegno ai soci. La crisi delle costruzioni, effetto della pesantissima situazione del settore, non deve oscurare una realtà importantissima fatta di 48mila addetti e 760mila soci. La cooperazione merita fiducia e lo dimostra con i fatti, da Sicrea Group ai workers buyout”. Legacoop Emilia Ovest non ci sta a finire sul banco degli imputati dopo l’ennesimo crack del mondo edile, quello di Unieco.

La replica arriva in una conferenza stampa a cui erano presenti Andrea Volta, Luca Bosi e Maurizio Molinelli, il primo presidente e gli altri due vicepresidenti di Legacoop Emilia Ovest. Al tavolo anche Giovanni Monti, presidente regionale di Legacoop. Volta ha voluto precisare che la crisi dell’edilizia “non è la crisi del modello cooperativo” e ha aggiunto che “ogni caduta merita rispetto”.

Le critiche agli ex presidenti: “Dovevano fare squadra e invece predicavano l’autonomia”
Il presidente di Legacoop e Bosi fanno parte di una generazione di cooperatori nuovi che non risparmiano critiche alle generazioni passate. Ha detto Volta: “Si poteva fare sistema e squadra, all’epoca, ed evitare molti fallimenti. Invece qualcuno nel 2006 (il riferimento è agli ex presidenti di Coopsette e Unieco) teorizzava addirittura l’autonomia delle grandi coop di costruzioni rispetto alla Legacoop. Queste coop, a un certo punto, si sono messi a fare gli immobiliaristi e si sono allontanate dalla loro produzione caratteristica. E’ stato lì il grande errore”.

Monti: “Un patto territoriale per l’occupazione”
Di fianco a lui Giovanni Monti aggiunge: “Stiamo cercando di capire quali soluzioni trovare per i 340 lavoratori di Unieco per quel che riguarda gli ammortizzatori sociali, ma soprattutto stiamo cercando un modo per riconvertirli e trovargli un lavoro. In tutta la Regione abbiamo già creato, con la riconversione, 550 posti di lavoro per chi lo aveva perso in questo settore. Stiamo lavorando a un patto territoriale per la Bassa reggiana”. Monti spiega che l’idea è quella di mettere insieme settori contigui, tipo le costruzioni con i servizi e l’agricoltura con il turismo. Ad aiutare le nuove imprese di lavoratori espulsi dall’edilizia, potrebbe essere Coopfond che sarebbe in grado di mettere in campo 4-5 milioni di euro.

“Casoli se ne deve andare da Ccpl”
E quando qualcuno gli fa notare che uno dei maggiori responsabili del dissesto di Unieco, l’ex presidente Mauro Casoli, che ha guidato la coop edile per 20 anni, è ancora presidente di Ccpl, Monti dice: “Sicuramente va sostituito alla prossima assemblea. Non può restare alla presidenza”.

Bosi: “Stop alla cassaintegrazione se rifiuti un lavoro dignitoso”
Luca Bosi, presidente di Sicrea, la coop edile che sta rimettendo insieme i pezzi sani dell’edilizia cooperativa (e che domani potrebbe anche inglobare le attività più sane e redditizie di Unieco, ndr), ha aggiunto: “La cassaintegrazione va bene ed è necessaria, ma dovrebbe essere tolta, secondo me, quando si propone a un lavoratore di fare un lavoro altrettanto dignitoso e quello rifiuta. A me è successo che alcuni ex lavoratori di coop edili, contattati da Sicrea che gli offriva un lavoro, abbiano preferito rimanere in cassa. Questo non va bene”.

“Coopsette e Unieco, impossibile un intervento per restituire il prestito sociale”
E sull’idea di Federconsumatori di creare un fondo sia Volta che Bosi sono scettici: “Non risolverebbe il problema dei crack nel mondo cooperativo. Toglie risorse alle coop che devono usare quei soldi per investire nella loro attività e metterebbe in campo un valore di 2 o 3 milioni di euro che, a livello nazionale, sono comunque troppo pochi”. Entrambi poi ammettono che è impossibile restituire il prestito sociale per Coopsette e Unieco. Dicono Volta e Bosi: “Abbiamo già messo in campo risorse per 24 milioni di euro a difesa del prestito soci. Quello che possiamo fare oggi è fornire una tutela legale per quel che riguarda l’insinuazione nello stato passivo e fare in modo di fare recuperare ai soci più soldi possibili”.