Chiusure estive negozi, la Prampolini: “L’orario rimane lo stesso”

26 aprile 2017 | 14:30
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Chiusure estive negozi, la Prampolini: “L’orario rimane lo stesso”

Lettera aperta della presidente di Confcommercio: “Chiediamo solo di posticipare di un’ora apertura e chiusura pomeridiana”

REGGIO EMILIA – “Nessuno chiede di rinunciare alla propria vita privata, ma di posticipare di un’ora apertura e chiusura pomeridiana. Nessuno ha parlato di lavoro notturno, sebbene, forse non vi siete accorti che proprio in centro storico è arrivata una catena che si vuole caratterizzare proprio sulla flessibilità degli orari”. La presidente di Confcommercio, Donatella Prampolini, interviene, precisando i termini della sua proposta, sulla chiusura posticipata dei negozi durante il periodo estivo con una lettera aperta, inviata a sindacati, lavoratori e all’assessore Maramotti, che replica a un’altra lettera aperta inviata precedentemente dai sindacati.

Precisa la Prampolini: “La sfida è quella di aprire e chiudere un’ora dopo in estate senza peggiorare la nostra, di imprenditori e lavoratori insieme, vita privata e sociale. Anzi, di migliorarla. Perché, imprenditori o lavoratori, noi tutti ci interroghiamo su come rendere la nostra attività e il nostro lavoro, più solido e sicuro in un mondo che cambia continuamente. Capisco che il no a ogni cambiamento sia una tentazione, ma il mondo è cambiato ed è bene che ne prendiamo atto. Solo con qualche sacrificio da parte di datori di lavoro e lavoratori se ne uscirà, sennò continueranno a vincere i grandi insediamenti commerciali e continueremo a lamentarci per le vetrine chiuse e le luci che si spengono in centro storico”.

Precisa la presidente di Confcommercio: “Occorre, credo, partire facendo un po’ di chiarezza. Da subito siamo stati e tuttora siamo, contro il Decreto Monti che ha permesso la totale deregolamentazione di giorni e orari di apertura. Lo riteniamo sbagliato nel merito e nel metodo, perchè è verissimo che non ha portato aumenti di fatturato, ma semplicemente uno spostamento dello stesso verso chi oggi ha le spalle abbastanza robuste per tenere aperto sempre: la Grande distribuzione. La chiusura domenicale e festiva era stata una conquista dei nostri nonni e fa rabbia vedere che importa davvero a pochissima gente il ripristino di una minima regolamentazione. Se così non fosse, non si capirebbe come mai il Disegno di legge che prevede un minimo di chiusure obbligatorie, giace in Senato da oltre un anno”.

E aggiunge: “Ma veniamo alla nostra questione. Come detto prima, la liberalizzazione degli orari e dei giorni di apertura ha avuto il solo effetto di deviare i flussi di fatturato verso chi offre maggior flessibilità. Questo ha penalizzato le piccole e medie attività che, da una parte, non possono annullare la propria vita privata (i piccoli commercianti non beneficiano del “riposo compensativo” o della “rotazione”) per rimanere sempre aperti e che, dall’altra, risultano comunque meno attrattivi di un centro commerciale dove spesso le famiglie (purtroppo) passano l’intero giorno di festa. Ma proprio in virtù di questa dinamica, sta a noi sfruttare ciò che possiamo per riportare gente in centro storico. Non in inverno, non in primavera e non in autunno; ma in estate i centri storici diventano certamente più affascinanti di un ambiente chiuso e stereotipato. E guardate che in ballo ci sono posti di lavoro, sia subordinati che autonomi, perchè se non saremo in grado di invertire questo trend, rischiamo di continuare passivi a subire il turnover delle attività di vicinato”.

Conclude la Prampolini: “In questi giorni stiamo raccogliendo le adesioni. Come già anticipato, se ci sarà un’ampia adesione si potrà andare avanti su questa strada. Che può forse sembrare impopolare, ma che è dettata dal grande amore che noi tutti, imprenditori e lavoratori, abbiamo per le nostre attività e per i nostri  centri storici”.