Alitalia verso il commissariamento dopo la vittoria del no al referendum

25 aprile 2017 | 19:15
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Alitalia verso il commissariamento dopo la vittoria del no al referendum

Il Cda, voli non si fermano. Il 27 aprile asemblea dei soci per avviare le procedure di legge dopo il no al referendum

REGGIO EMILIA – Il Cda di Alitalia “data l’impossibilità di procedere alla ricapitalizzazione” ha “deciso di avviare le procedure previste dalla legge e ha convocato un’assemblea dei soci per il 27 aprile al fine di deliberare sulle stesse”. Dopo che i lavoratori, chiamati ad esprimersi con il referendum, hanno bocciato il preaccordo per il salvataggio (6.816 i ‘no’ contro 3.206 ‘sì’, vale a dire con il 67%), aprendo così la strada al commissariamento della compagnia, il consiglio di amministrazione ci tiene comunque a precisare che “il programma e l’operatività dei voli Alitalia non subiranno al momento modifiche”.

Secondo quanto si apprende da fonti vicine all’azienda, l’assemblea dei soci potrebbe tenersi in seconda convocazione il 2 maggio. Intanto è slittato l’incontro fissato per mercoled’ 26 al Ministero dello Sviluppo Economico per fare il punto dopo l’esito del referendum. Secondo quanto si apprende da fonti del ministero, è stato rinviato a dopo le riunioni degli organi deliberanti di Alitalia.

In una nota James Hogan, presidente e amministratore di Etihad Hogan, ha giudicato “profondamente deludente” l’esito del referendum. “L’accordo preliminare con i sindacati – dice – era stato reso possibile e supportato dai leader degli stessi sindacati, dal management di Alitalia, dal Primo Ministro Italiano e da tre Ministri del Governo, che avrebbero aiutato a mettere il futuro di Alitalia al sicuro. Il rifiuto di questo accordo nel referendum è profondamente deludente”.

Ieri a Palazzo Chigi, intanto, il premier, Paolo Gentiloni aveva incontrato i ministri per le Infrastrutture, Graziano Delrio, e dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, che nella notte hanno espresso il loro “rammarico e sconcerto per l’esito del referendum”. Un risultato, hanno commentato in una nota congiunta firmata anche dal ministro del Lavoro Giuliano Poletti “che mette a rischio il piano di ricapitalizzazione della compagnia”. “A questo punto l’obiettivo del Governo, in attesa di capire cosa decideranno gli attuali soci di Alitalia, sarà quello di ridurre al minimo i costi per i cittadini italiani e per i viaggiatori”.

La vittoria del No apre uno scenario complesso. Il prossimo Cda convocato per giovedì dovrebbe deliberare la richiesta di amministrazione straordinaria speciale. Probabile la contestuale uscita dei soci per consegnare di fatto ‘le chiavi’ dell’azienda al governo.

Formalizzata la richiesta, il ministero dello Sviluppo Economico procederebbe con la nomina di uno o più commissari (fino a 3). Senza acquirenti o nuovi finanziatori al commissario non resterebbe infine che chiedere il fallimento della compagnia, con la conseguente dichiarazione di insolvenza da parte del Tribunale. Il curatore fallimentare inizierebbe la procedura liquidatoria, con 2 anni di cassa integrazione, Naspi e quindi disoccupazione per i lavoratori, contestualmente la cessione ‘spezzatino’ degli asset della compagnia.