In Olanda vincono i liberali: stop ai populisti, bene i verdi

16 marzo 2017 | 08:33
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In Olanda vincono i liberali: stop ai populisti, bene i verdi

I liberali del Vvd di Mark Rutte vincono senza incertezze le elezioni, scacciando l’incubo di un’ascesa dei populisti islamofobi e anti-Ue di Geert Wilders, fino a qualche settimana fa in testa ai sondaggi

REGGIO EMILIA – L’Europa tira un sospiro di sollievo. La diga antipopulismo tiene, in Olanda. Così come aveva tenuto in Austria. I liberali di destra del Vvd di Mark Rutte vincono largamente le elezioni scacciando l’incubo di un’ascesa dei populisti islamofobi e anti-Ue di Geert Wilders, fino a qualche settimana fa in testa ai sondaggi.

Mentre mancano poche sezioni da scrutinare, il partito del leader liberal Mark Rutte è nettamente in testa con il 21,2% dei voti e 33 seggi sui 150 seggi in palio nella Camera Bassa degli Stati Generali d’Olanda, secondo i risultati, ancora non definitivi (365 sezioni su 388). diffusi dalla tv pubblica Nos. I populisti del Pvv figurano al secondo posto con il 13,1% e 20 seggi, solo uno di più dei democristiani del Cda (12,4%)e dei liberali progressisti del D66 (12,1), entrambi, se le percentuali resteranno invariate, con 19 seggi. Si conferma l’avanzata dei verdi del GroenLinks, passati dal 2,3% del 2012 a un 9%, e da 4 a ben 14 seggi. Confermati anche il successo del partito antirazzista Denk, che con il 2,1% (secondo le ultime percentuali disponibili) entra per la prima volta in parlamento con 3 rappresentanti.
Jean Claude Juncker telefona subito al premier.

E’ stato “un voto per l’Europa, un voto contro gli estremisti” gli dice il presidente della Commissione europea. E Rutte replica parlando ai suoi elettori di “una serata importante per tutta l’Europa: l’Olanda dopo la Brexit e le elezioni americane ha detto no al populismo”. Poi celebra la partecipazione record come una “festa della democrazia”.

Anche il presidente francese Francois Hollande si è congratulato con Rutte per la il suo successo elettorale e la sua “chiara vittoria contro l’estremismo”. Dopo la palese vittoria del partito di Rutte su quello del populista anti-immigranti di Geert Wilders, Hollande ha commentato, in una nota, che “i valori dell’apertura, del rispetto per gli altri, a la fede nel futuro dell’ Europa sono l’unica vera risposta agli impulsi nazionalisti e agli isolazionismi che stanno scuotendo il mondo”.

D’altronde gli olandesi si sono mobilitati, per scongiurare la vittoria degli xenofobi nel paese che da almeno mezzo secolo è “il più tollerante d’Europea”. Hanno scelto la stabilità e riconfermato Rutte per un terzo mandato. Ma hanno punito pesantemente i suoi alleati, i social-democratici del Pvda. Laburisti in salsa troppo liberale, i cui volti sono stati quelli di Frans Timmermanns (primo vice di Juncker) e Jeroen Dijsselbloem, ministro delle finanze e presidente dell’ Eurogruppo. Un ‘falco’ troppe volte allineato all’austerità ispirata dal tedesco Schaeuble. I risultati della ‘cura’ si sono visti nelle statistiche. Non nelle tasche della classe media e operaia olandese.