Carenza personale in carcere, Mussini: “Situazione esplosiva”

15 marzo 2017 | 11:20
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Carenza personale in carcere, Mussini: “Situazione esplosiva”

La senatrice Mussini: “Situazione esplosiva: senza un aumento di personale sanitario e penitenziario si rischia un pericoloso corto circuito”

REGGIO EMILIA – “In via Settembrini molto presto avremo la compresenza di casa circondariale, casa di reclusione, alta sicurezza, sezione speciale zeta, sezione speciale per i trans e una sezione sanitaria che magari dovrà accogliere folli rei anche di altre regioni. A tutto questo si aggiunga il servizio per l’accompagnamento al processo Aemilia già in corso e la nuova Rems ancora in costruzione. Una situazione esplosiva che senza un aumento di personale sia sanitario che penitenziario rischia di tradursi in un pericoloso corto circuito”.

A distanza di quattro mesi dalla sua ultima visita la senatrice reggiana Maria Mussini, vicepresidente del Gruppo misto, è ritornata a visitare il carcere di Reggio Emilia, raccogliendo di persona le preoccupazioni già sollevate a più riprese dalla Polizia penitenziaria e per sostenere le quali ha intenzione ora di presentare una nuova interrogazione parlamentare.

“Il problema – spiega Mussini – è che agli impegni molto più gravosi degli ultimi anni non sono corrisposti aumenti del personale. Tanto per fare un esempio, per ogni udienza di Aemilia 40 persone vengono dedicate alla mobilitazione dei detenuti coinvolti nel processo e in carcere restano solo 5 guardie, i cui turni da 6 ore adesso sono diventati di 8. Inoltre, il piano dell’ex Opg che è stato ristrutturato e che dovrebbe essere occupato dall’articolazione sanitaria non viene usato perché significherebbe lasciare vuoto uno spazio che a propria volta andrebbe riempito con altri detenuti per la cui sorveglianza ci vorrebbero altre guardie in più”.

Alla carenza dell’organico carcerario si aggiunge quella del personale sanitario e dunque la preoccupazione perché sia garantita la salute mentale in carcere, tema su cui la senatrice sta lavorando da tempo a livello legislativo e per il quale si è confrontata più volte con Don Daniele Simonazzi: “Tra le conseguenze del colpevole ritardo con cui si sta allestendo la Rems di Reggio, vi è la dispersione dell’equipe di medici che si occupava dell’Opg. Da 7 che erano, ora gli psichiatri sono solo 3 e si devono dividere tra sezione sanitaria, carcere e diagnosi e cura del Santa Maria”.

Una situazione già molto critica che ora dovrà confrontarsi anche con la complessa transizione iniziata con la legge Marino e la sostituzione degli Opg con le Rems che ne è derivata: “Per il fatto che molte carceri italiane non dispongono di articolazioni sanitarie, molti folli rei potrebbero essere destinati al carcere di via Settembrini. Né molto aiuto potrà venire dalla nuova Rems: con i suoi 30 posti previsti, si pone decisamente al di sotto della già sottostimata media nazionale”.