Bertazzoni, la Cgil: “Serve confronto su condizioni di lavoro”

3 marzo 2017 | 19:09
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Bertazzoni, la Cgil: “Serve confronto su condizioni di lavoro”

Dopo l’aumento produttivo il sindacato “rivendica la priorità della salvaguardia delle condizioni di lavoro e della sicurezza”. La replica dell’azienda: “Da sempre attenti a salute lavoratori”

GUASTALLA (Reggio Emilia) – “Relativamente alla vertenza in corso alla Bertazzoni Spa di Guastalla, che ci vede impegnati ormai dalla metà di febbraio in un confronto che sembra non trovare sbocchi, chiediamo ancora un passo indietro all’azienda sul nuovo posizionamento produttivo che ha determinato l’aumento da 185 a 188 cucine/giorno, per aprire  una discussione costruttiva sul miglioramento delle condizioni di lavoro delle quali già da tempo abbiamo evidenziato situazioni problematiche”.

La Cgil interviene sulla vicenda della Bertazzoni e sostiene che “aldilà della legittima aspirazione aziendale ad un maggior utile o ad un miglior posizionamento sul mercato, non possiamo accettare che la salute dei lavoratori e delle lavoratrici venga messa in secondo piano rispetto all’aumento dei ritmi per l’incremento della reddittività”.

Il sindacato ha chiesto “l’apertura di un percorso di verifica sulle condizioni reali di lavoro che impattano sulla salute delle maestranze, incrociandolo con l’analisi delle singole postazioni operative, a partire da quelle già riconosciute dalla stessa azienda come a rischio”.

E aggiunge: “Ad oggi le richieste  dei lavoratori e delle lavoratrici, nonostante siano state formulate più volte, non hanno trovato riscontro da parte aziendale, che ha prospettato solo ipotetici futuri miglioramenti su alcune postazioni. Questa situazione, affiancata ad una accelerazione dei ritmi ed alla pressione esercitata sui lavoratori e sulle lavoratrici, oltre a gravare in termini di fatica, ha creato una situazione di forte tensione”.

Conclude la Cgil: “Rivendichiamo la priorità della salvaguardia delle condizioni di lavoro e della sicurezza in quanto condizione essenziale nel confronto sull’aumento dei ritmi di lavoro. Crediamo che questo debba essere obiettivo comune, anche per evitare l’aumento dell’insorgere di malattie professionali. Tale obiettivo sarà raggiungibile se la direzione aziendale si rende disponibile ad un confronto vero con i lavoratori ed i loro rappresentanti”.

La replica dell’azienda: “Da sempre attenti a salute lavoratori”
In merito allo stato di agitazione dei lavoratori presso la sede di Guastalla, Bertazzoni comunica quanto segue: “L’azienda, da sempre, è attenta alle esigenze dei lavoratori e investe costantemente sul miglioramento delle condizioni lavorative dei propri dipendenti per salvaguardarne salute e sicurezza. La posizione di avanguardia in tema di sicurezza e salute del lavoratore è confermata anche dal fatto che, a seguito di segnalazione della SPSAL (Servizio di Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro) di Guastalla, Bertazzoni è stata presa come modello virtuoso di azienda in materia ed inserita come caso di successo nel Progetto Banca delle Soluzioni (volto ad analizzare le condizioni di salute e sicurezza in cui vengono svolte le attività lavorative in diversi settori e comparti). L’azienda è in dialogo continuo e costante con i propri lavoratori. Il rapporto di cooperazione è confermato dall’adozione di strumenti volti ad ascoltare le loro esigenze e coinvolgerli direttamente nella fase di implementazione delle azioni correttive, prima di sistematizzarle nell’organizzazione del lavoro.  Nel corso degli anni sono state intraprese azioni rilevanti per garantire al massimo la sicurezza dei lavoratori: un esempio, tra gli altri, il sistema di assegnazione ponderata dei posti di lavoro sulle linee produttive che governa lo spostamento dei lavoratori, evitando lo svolgimento di operazioni ripetitive e garantendo un corretto equilibrio tra le mansioni. A conferma della validità delle azioni intraprese da Bertazzoni in tema di sicurezza e salute dei lavoratori, si sottolinea come le malattie professionali in azienda siano al di sotto della media nazionale e pressoché nulle”.