Pagliani: “Contro di me una macchina del fango”

3 febbraio 2017 | 13:08
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Pagliani: “Contro di me una macchina del fango”

Il capogruppo di Forza Italia in consiglio comunale contro il pm Mescolini: “Non è mai stato raccolto alcun materiale su Bini né tantomeno è mai esistito alcun dossier su di lui”

REGGIO EMILIA – “A Reggio Emilia l’accusa  continua a instaurare un processo mediatico a qualcuno che è già stato assolto in primo grado dal Tribunale di Bologna. E’ inaccettabile che il PM Mescolini continui a gettare fango su qualcuno che, non essendo imputato in quel processo, non ha la possibilità di replicare e difendersi. E’ una macchina del fango vergognosa e scorretta”.

Giuseppe Pagliani, capogruppo di Forza Italia in consiglio comunale, accusa il pubblico ministero Mescolini di gettare fango su di lui e sottolinea la sua assoluzione nel giudizio abbreviato di primo grado. Il riferimento è al dossier, contro l’allora presidente della Camera di commercio Enrico Bini (attualmente sindaco di Castelnovo Monti, ndr) che in quel momento era impegnato in battaglie antimafia, di cui parlavano, nelle intercettazioni lette ieri in aula, l’avvocato Sarzi Amadè e Giuseppe Pagliani. Per quello che è emerso il Movimento Cinque Stelle ha già chiesto le sue dimissioni da capogruppo in consiglio comunale.

Continua Pagliani: “La telefonata ascoltata ieri in aula è una delle prove più importanti a difesa del sottoscritto che attesta il fatto che non conoscevo Sarcone come si capisce in modo evidente dalle mie parole e dalle intercettazioni successive. Sono fatti già noti, non c’è nulla di nuovo, ho chiarito in tutte le sedi la mia posizione e prima il Riesame  poi il Tribunale di Bologna hanno accertato la mia totale estraneità ai fatti e sono stato assolto perché il fatto non sussiste. Perché dunque continuare, in una sede in cui non posso esercitare i miei diritti, ad attaccare qualcuno che è stato dichiarato innocente? La tesi del PM Mescolini è stata smontata dal Tribunale di Bologna ciò nonostante egli vorrebbe continuare, illegittimamente, il processo nei miei confronti senza che nemmeno io possa difendermi”.

E conclude: “E’ persino inutile rispondere agli sciacalli dell’ultima ora che vorrebbero le mie dimissioni. Le mie discussioni con Bini, peraltro molto limitate e sporadiche, sono state esclusivamente politiche e inerenti al suo passato supporto alla Masini. Peraltro, come emerge dalle successive intercettazioni (dato che sono rimasto sotto controllo per lungo tempo), non è mai stato raccolto alcun materiale su Bini né tantomeno è mai esistito alcun dossier su Bini”.