Fercam-Artoni, si apre uno spiraglio sulla trattativa

15 febbraio 2017 | 17:29
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Fercam-Artoni, si apre uno spiraglio sulla trattativa

Oggi al ministero l’azienda di Guastalla si è impegnata a dare continuità operativa a tutto ciò che non passerà alla azienda di Bolzano. Adesso la palla passa agli altoatesini

GUASTALLA (Reggio Emilia) – Si apre uno spiraglio per i 160 lavoratori della Artoni che erano rimasti fuori dalla trattativa con Fercam. Oggi al ministero l’azienda di Guastalla si è impegnata a dare continuità operativa a tutto ciò che non passerà alla azienda di Bolzano. Questo consentirà di fare poi una richiesta di cassa integrazione, per questi dipendenti, che dovrebbe durare dodici mesi. Si tratta dei lavoratori di sedici filiali su trentotto che, in un primo tempo, dovevano passare tutti sotto alla Fercam, ma che, all’ultimo momento, sconfessando l’accordo precedente, l’azienda di Bolzano si era detta non più disposta ad assumere.

Marco Righi, della Fercam Cgil, dice a Reggio Sera: “Ora Fercam, dopo che aveva detto che acquistava tutto il perimetro e dopo aver cambiato idea dicendo che non voleva più procedere ad acquisire tutte le filiali, ci dovrà comunicare cosa intende fare”.

La speranza, per i 560 lavoratori della Artoni trasporti, è che la vicenda si sblocchi. Le attivita’ del gruppo reggiano sembravano infatti in procinto di essere rilevate dalla FercamArtoni Srl che, nata da una costola del colosso Fercam di Bolzano, avrebbe proceduto all’affitto di ramo d’azienda di 22/24 filiali (in un primo tempo la Fercam si era detta disposta ad acquistare tutto il perimetro, ndr). Invece il confronto tra Fercam e i sindacati, giunto ad un punto morto, ha indotto nei giorni scorsi l’azienda ad abbandonare del tutto l’operazione.

Nodo del contendere, in particolare, gli esuberi di personale sui cui l’azienda di Bolzano, annunciando in una nota la conclusione del confronto, spiega: “Nell’incontro tra le organizzazioni sindacali e i rappresentanti di Artoni e di FercamArtoni srl, societa’ che avrebbe dovuto stipulare i relativi contratti, tenutosi il 10 febbraio a Roma, non e’ stato possibile convincere i sindacati della bonta’ della proposta di FercamArtoni srl, che intendeva salvaguardare quasi tre quarti dei posti di lavoro di Artoni con la garanzia per i circa 400 dipendenti di mantenere tutti i diritti acquisiti”.

Per i circa 160 dipendenti che non rientravano nel perimetro del ramo d’azienda, aggiunge Fercam, “la proposta prevedeva importanti incentivi di buonuscita in aggiunta all’indennita’ di disoccupazione”. Le organizzazioni sindacali si sono pero’ impuntate sul passaggio dell’intero organico, “una richiesta per Fercam impraticabile anche in considerazione del calo del volume di traffico di oltre il 50% in Artoni”. Per questo “essendo nel frattempo ulteriormente e drasticamente calato il volume delle spedizioni e cessata l’attivita’ in molte sedi Artoni, FercamArtoni Srl si era vista impossibilitata, suo malgrado, a continuare la trattativa”.

Ora, visto che l’Artoni è disposta a farsi carico di questi 160 lavoratori, bisogna vedere cosa farà l’azienda di Bolzano.