Confcommercio scende in campo contro l’abusivismo

17 febbraio 2017 | 19:18
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Confcommercio scende in campo contro l’abusivismo

La presidente Prampolini invia una lettera alle istituzioni in cui chiede maggiori controlli anche nella zona grigia della sharing economy

REGGIO EMILIA – Confcommercio scende in campo contro l’abusivismo e lo fa con una lettera del presidente, Donatella Prampolini, inviata alle Istituzioni: prefettura, sindaci, consigli comunali e comandi polizia municipale dei Comuni reggiani, comandi provinciali carabinieri e guardia di finanza e questura.

La Prampolini chiede che “nelle rispettive agende sia inserito il tema dell’abusivismo che potremmo definire domestico. Uso questo termine in quanto si tratta di una varietà piuttosto ampia di lavoratori completamente sconosciuti al fisco che esercitano irregolarmente un’attività presso il proprio domicilio, dai parrucchieri a chi vende abbigliamento”.

Ma nel mirino della presidente di Confcommercio finisce anche la zona grigia della sharing economy: quell’insieme di privati che aderendo a diverse formule, dall’alloggio alla ristorazione, “attraverso noti portali, offrono servizi senza garanzia del rispetto delle normative che regolano le rispettive attività nell’interesse dei consumatori e della collettività”.

Aggiunge la Prampolini: “A questi poi si aggiunge il classico abusivismo “su strada”, dai venditori abusivi di articoli contraffatti o di fiori ai parcheggiatori abusivi: problema che le nostre Forze dell’ordine si sforzano di contrastare con mezzi spesso insufficienti e per il quale ancora pochi giorni fa abbiamo chiesto a tutti – cittadini, imprese e, in particolare, forze politiche locali – uno sforzo convinto e concreto”.

Per la presidente di Confcommercio “si tratta di fenomeni, lo sottolineo con forza, che non reggono alla giustificazione dell’esiguità della singola evasione e della singola violazione che un individuo pone in essere per “arrotondare”. Ci troviamo di fronte a una massa totale di violazioni estremamente rilevante per la collettività, il cui conto alla fine lo pagano sempre gli stessi: gli esercenti in regola. Il fenomeno è in aumento e in aumento sono i rischi per la salute. Nel 2016 il 27% circa dei consumatori ha acquistato almeno una volta prodotti illegali o ha utilizzato servizi offerti da soggetti non autorizzati. Cresce l’acquisto illegale sul web, dai farmaci all’elettronica. Il 72% circa dei consumatori pensa che acquistare prodotti illegali sia “normale” o “utile” per chi è in difficoltà. Nel 2016 la percentuale delle imprese del commercio, del turismo, dei servizi e dei trasporti che ritengono di essere state danneggiate “in generale” dall’azione della illegalità è cresciuta al 65,1% rispetto al 62,1% del 2015”.

Conclude la Prampolini: “Sommerso, evasione, rischi per il consumatore: una massa di illegalità che impoverisce lo Stato e la filiera regolare della fornitura di beni e servizi. E’ necessario intervenire con controlli efficaci. E’ una questione di civiltà e di rispetto delle leggi, del mercato, dei consumatori e delle imprese. Confcommercio – Imprese per l’Italia vuole essere vostro partner in questo lavoro. Lo è già a livello nazionale con proposte e studi per affiancare la Pubblica Amministrazione nella ricerca di soluzioni efficaci sulla sharing economy e sull’abusivismo; lo siamo a Reggio Emilia per confrontarci con ognuno di voi e trovare soluzioni adeguate perché siano avviati controlli efficaci sul territorio”.