Aemilia, spunta il dossier contro Bini: “Va inchiodato”

2 febbraio 2017 | 19:49
Share0
Aemilia, spunta il dossier contro Bini: “Va inchiodato”

L’avvocato Sarzi Amadè a Pagliani in un’intercettazione: “Voglio quel documento, bisogna impedirgli di fare il sindaco di Reggio”. Il politico di Forza Italia: “Era per la vicenda Global Service”. L’ex presidente della Camera di commercio: “Adesso si spiega la macchina del fango di quegli anni”. Il M5S: “Si dimetta dal Consiglio”

REGGIO EMILIA – Un dossier contro l’allora presidente della Camera di commercio, Enrico Bini (attualmente sindaco di Castelnovo Monti, ndr), che, in quel momento, era impegnato in battaglie antimafia, di cui parlano l’avvocato Sarzi Amadè e Giuseppe Pagliani, allora capogruppo del Pdl in consiglio comunale (lo è tuttora oggi per Forza Italia,ndr) e consigliere provinciale.

Le intercettazioni: “Voglio quel dossier su Bini”
E’ quanto emerso nel corso della prima parte dell’udienza del processo Aemilia di questa mattina in cui Emanuele Leuzzi, maggiore dei carabinieri, che ha rilevato nel 2012 il comando della stazione di Fiorenzuola D’Arda da Andrea Leo, e’ entrato nel vivo dei rapporti tra il presunto sodalizio malavitoso emiliano e il mondo politico. In particolare, il testimone ha letto un’intercettazione ambientale tra Giuseppe Pagliani esponente di Forza Italia assolto in primo grado dalle accuse di concorso esterno in associazione mafiose, e l’avvocato Antonio Sarzi Amadè, in cui i due parlavano di confezionare un “dossier” sul sindaco, con informazioni da poter eventualmente ritorcergli contro.

Sarzi Amadè, avvocato vicino all’allora Pdl, difensore dei Muto (non Antonio Muto Antonio classe ’55, ma i Muto di Gualtieri, gli autostrasportatori, ndr), chiede per telefono a Pagliani: “Mi fai quel servizio, ci sei? Voglio quel dossier su Bini, devi recuperarmelo a costo di farglielo rifare”. E Pagliani risponde: “Adesso qualcosa riesco a trovare”.

Siamo nel marzo del 2012, in prossimità della cena agli Antichi Sapori che ha messo nei guai Giuseppe Pagliani (poi assolto nell’abbreviato dall’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa anche se la procura ha impugnato la sentenza, ndr). A quella cena partecipò anche l’avvocato Sarzi Amadè. Agli Antichi Sapori c’erano, insieme a politici del Pdl, professionisti e un gruppo di imprenditori considerato vicino al clan dei Grande Aracri, tra cui alcuni personaggi coinvolti in indagini antimafia.

“Bini va inchiodato perché vuol fare il sindaco di Reggio”
Da quel che emerge vi sarebbero stati interessi da parte di Sarzi Amadè e Pagliani per attaccare Bini sul mondo dei trasporti. Sarzi Amadè in un’intercettazione, sempre nel marzo del 2012, dice a Pagliani: “Io sono di questo avviso. Le mosse devono essere fatte come Dio comanda, non possiamo permetterci di fare cazzate. C’era gente che a me non piace”. Pagliani: “Chi sono?”. Sarzi Amadè: “Sarcone ad esempio, quella gente lì a me non piace, proprio per niente. Gli autostrasportatori fanno la loro, querelano quello che devono querelare. C’è gente che è rovinata. Bini va inchiodato perché vuole fare il sindaco di Reggio. ‘Sto Bini qua, ho bisogno di qualcuno che mi faccia una indagine su Bini, preciso puntuale su tutto, un dossier. Hanno un prefetto che fa della roba da manicomio, tutte le relazioni sono fatte a cazzo”.

Il 23 marzo, poi, dopo la cena agli Antichi Sapori, Pagliani chiama l’avvocato Sarzi Amadè e commenta quello che è accaduto all’incontro: “C’era gente che a me non piaceva. Un conto sono questi che non erano invitati. Il Muto non è venuto… a me non piace fare sta roba. Non mi piace Palermo. Perché è uno che vive, naviga a mezza costa. No no no no e no. Io non farei nessun comunicato adesso assolutamente. Prima fai la manovra che attacchi tutto pesantemente pesantemente per quanto riguarda Bini e gli autotrasporti, ho fatto la querela contro Bini e contro Sky. La querela non è archiviata, sono state dette tutta una serie di grandi cazzate”.

Bini: “Adesso si spiega la macchina del fango di quegli anni”
Enrico Bini, contattato telefonicamente risponde: “Adesso si spiega la macchina del fango di quegli anni. Secondo me è molto grave ed è brutta e ti fa capire il clima e cosa succedeva. Io sono stato attaccato anche nelle province vicine. Da un certo punto di vista, queste intercettazioni hanno chiarito alcuni passaggi. Stavano cercando qualcosa per potermi infangare”.

Pagliani: “Il dossier era per la vicenda Global Service”
Pagliani, contattato da Reggio Sera, spiega: “C’è una intercettazione in cui si palesa che io non conoscevo assolutamente Sarcone. Il dossier nasce dal fatto che, dato che Bini era legato alla Masini, io ero convinto che la Cna e Koinos fossero avessero ottenuto l’appalto Global Service grazie a Bini. Ma non trovai nulla per incastrarlo”. La gara per i servizi di manutenzione e la gestione degli edifici di proprietà della Provincia fu aggiudicata nell’ottobre 2011 a una cordata Gesta-Manutencoop, che peraltro deteneva già l’appalto. Valore oltre 14 milioni di euro per il periodo 2012-2016. Nella cordata entrò anche il Koinos, consorzio di artigiani della Cna per fornitura di servizi e per il fotovoltaico.

Continua Pagliani: “Io ero andato a quella famosa cena perché volevo sentire le lamentele degli imprenditori calabresi su Transcoop e sull’appalto Global Service. Ero lì per parlare della vicenda Koinos. Ecco perché, poi, Sarzi Amadè mi aveva chiesto un dossier. Era relativo a Global Service”.

Il M5S: “Pagliani si dimetta”
Sulla vicenda intervengono anche Maria Edera Spadoni e Giulia Sarti, deputate del M5S e Ivan Cantamessi, capogruppo M5S in consiglio comunale, che scrivono: “Quanto letto oggi in aula dal processo di Aemilia dal maggiore  dei carabinieri di Fiorenzuola relativamente alle intercettazioni tra Giuseppe Pagliani (Forza Italia) e l’avvocato Sarzi Amadè, ha risvolti politicamente gravissimi. Negli atti si parla della produzione di dossier prodotti contro Enrico Bini che in quel momento era impegnato in battaglie antimafia. La gravità politica di quanto emerso e letto in aula porta alla richiesta di dimissioni irrevocabili da consigliere comunale di Giuseppe Pagliani”.