Dieselgate, Delrio nel mirino dei Cinque Stelle

13 gennaio 2017 | 15:12
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Dieselgate, Delrio nel mirino dei Cinque Stelle

Il deputati europei del M5S: “Il governo italiano ha tentato di prendere in giro i parlamentari europei destinatari del dossier, cercando di scagionare in particolare il produttore FCA con a capo Sergio Marchionne”

REGGIO EMILIA – Le autorità Usa accusano Fiat-Chrysler di aver installato software per manipolare le emissioni su alcuni modelli venduti negli Stati Uniti, mentre la commissione d’inchiesta europea, nata dopo lo scandalo Volkswagen, ha ricevuto le risposte scritte alle sue domande dal ministro dei Trasporti, Graziano Delrio, sulle incongruenze del rapporto italiano.

Ieri c’è stata una riunione dell’Emis (Emission Measurements in the Automotive Sector) al Parlamento europeo con le audizioni del ministro dei Trasporti, Graziano Delrio (che ha risposto per iscritto) e del viceministro Riccardo Nencini. Pure nel nostro Paese, infatti ci sono diversi punti da chiarire, partendo dal rapporto con i risultati di alcuni test che il ministero ha consegnato alla commissione. Un rapporto datato luglio 2016 che è rimasto a lungo in un cassetto, prima di essere divulgato dagli eurodeputati del M5S lo scorso ottobre.

Il caso Volkswagen, infatti, rischia di essere solo la punta di un iceberg che potrebbe vedere tutti i costruttori superare ampiamente i limiti di ossidi di azoto e CO2 delle vetture diesel (Emissioni e consumi auto: aumenta il divario tra dati ufficiali e test “reali”). Le accuse partono dagli Stati Uniti perché l’EPA (Environmental Protection Agency) ha contestato al gruppo FCA guidato da Sergio Marchionne di aver violato le norme del Clean Air Act.

Nel mirino dell’agenzia americana ci sono oltre 100.000 veicoli diesel di due modelli (Jeep Grand Cherokee e Dodge Ram 1500) venduti tra il 2014 e il 2016, sui quali FCA avrebbe installato dei software in grado di alterare i valori delle emissioni.

Il software incriminato, si legge nella notifica della violazione inviata dall’EPA a Fiat Chrysler Automobiles, consentirebbe di falsare i dati sulla produzione di ossidi di azoto durante i test in laboratorio e su strada. L’EPA ha identificato una serie di dispositivi AECD sospetti (Auxiliary Emission Control Device) e ha annunciato che proseguirà le indagini.

Il parlamento europeo, in seguito alle polemiche sul caso Volkswagen innescate oltreoceano, ha istituito una commissione d’inchiesta per verificare la portata delle presunte manipolazioni illegali dei costruttori automobilistici, Emission Measurements in the Automotive Sector (EMIS).

La commissione ha chiesto a Delrio di precisare alcuni aspetti del contestato dossier. Le indagini effettuate dalle autorità di diversi paesi, ha evidenziato la commissione, “hanno scoperto che la maggior parte dei veicoli testati ha emissioni di NOx molto più alte sui cicli NEDC (New European Driving Cycle ndr) con avviamento a caldo rispetto ad un avviamento a freddo. Tali risultati sembrerebbero puntare verso la presenza di impianti di manipolazione o di strategie di controllo delle emissioni illegali […] State conducendo ulteriori indagini per comprendere i risultati illogici dei test, al fine di far rispettare il divieto di uso di impianti di manipolazione nel regolamento 715/2007/CE?”.

Delrio, dopo aver chiarito che tutti i veicoli testati presentano questa differenza, ha risposto che il quadro attuale delle norme “non consente di determinare univocamente se le strategie di controllo delle emissioni, che evidentemente spiegano il suddetto fenomeno, debbano o possano essere considerate illegali. Al riguardo, sarebbe opportuno – per quanto tardivo – un chiarimento della normativa sulla definizione di strategie di controllo delle emissioni ammesse o proibite”.

Tra le altre cose, la commissione ha poi chiesto a Delrio di motivare certe omissioni emerse dal documento, che riguardano i dati delle prove di alcuni modelli FCA, tra cui Alfa Romeo Giulietta e Jeep Cherokee. Anche in questo caso, la risposta del ministro è stata un po’ evasiva: “I risultati delle prove condotte non lasciano dubbi sul fatto che nessuno dei veicoli sottoposti a prova possa essere inequivocabilmente accusato, stante la normativa vigente all’atto dell’omologazione, di montare un defeat device illegale. […] L’Italia pubblicherà a breve un aggiornamento del rapporto di prove a seguito di approfondimenti in corso, contenente le integrazioni ritenute necessarie […]”.

A scagliarsi contro l’ex sindaco di Reggio Emilia, in particolare, sono i 5 Stelle, che ieri hanno rivelato i contenuti di un rapporto “sul comportamento emissivo di alcune autovetture” consegnato “dopo molte insistenze”  dal ministro Delrio alla commissione Emis dell’Europarlamento. “Documento scandaloso”, lo definiscono, perché cercherebbe di assolvere Fca e che oggi verrebbe sbugiardato dalle autorità americane.

Il Movimento 5 Stelle, grazie ai suoi portavoce al Parlamento europeo, aveva già deciso di rendere pubblico l’imbarazzante rapporto sul comportamento emissivo di alcune vetture. “Questo “studio” è stato consegnato, dopo numerose insistenze, dal Ministro Graziano Delrio alla Commissione EMIS. È un documento scandaloso, che rasenta il ridicolo. Il governo italiano ha tentato di prendere in giro i parlamentari europei destinatari del dossier, cercando di scagionare in particolare il produttore FCA con a capo Sergio Marchionne. Ma il circo è destinato a concludersi”, affermano i Cinque Stelle.

Leggi sul sito del Parlamento europeo le risposte scritte di Delrio alla commissione