Commemorato il sacrificio di don Borghi e di otto antifascisti

30 gennaio 2017 | 19:07
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Commemorato il sacrificio di don Borghi e di otto antifascisti

Il vicesindaco Sassi: “Il loro gesto un esempio di sforzo congiunto tra forze politiche per il rispetto delle libertà civili e della democrazia”

REGGIO EMILIA – Questa mattina sono stati ricordati, a 73 anni dalla loro fucilazione nel Poligono di tiro di Reggio Emilia da parte dei fascisti, don Pasquino Borghi e altri otto antifascisti: Ferruccio Battini, Romeo Benassi, Umberto Dodi, Dario Gaiti, Destino Giovannetti, Enrico Menozzi, Contardo Trentini ed Enrico Zambonini. Dopo la messa in suffragio dei caduti, celebrata da don Giuseppe Dossetti nella Basilica Beata Vergine della Ghiara, è stata deposta una corona in loro ricordo in vicolo dei Servi, ai piedi della lapide che ricorda il luogo della loro detenzione e il loro sacrificio per la libertà. I martiri sono stati poi ricordati in un momento pubblico svoltosi al Poligono di tiro di via Paterlini, al quale hanno preso parte il vicesindaco di Reggio Emilia Matteo Sassi, il presidente dell’Anpi Ermete Fiaccadori ed Elio Ivo Sassi vice presidente Alpi-Apc.

“Nel ricordare la storia di grande coraggio di don Pasquino Borghi e degli altri otto antifascisti che con lui furono fucilati il 30 gennaio del 1944 – ha detto il vicesindaco Matteo Sassi – dovremmo chiederci cosa ci insegna oggi il loro sacrificio, lo sforzo congiunto di uomini dalle visioni politiche anche molto differenti tra loro, uniti dalla volontà di raggiungere un obiettivo comune: quello della democrazia. Oltre a don Pasquino, furono infatti fucilati dei comunisti, dei socialisti e un anarchico. Credo che oggi la nostra riflessione debba focalizzarsi su questo punto e farci riflettere sulla necessità che l’antifascismo sia in grado di costruire alleanze tra esperienze politiche anche differenti tra loro al fine di garantire il rispetto della libertà e della dignità umana, e dunque della democrazia. Contrastare il populismo e difendere le libertà civili è oggi un compito vasto che deve trovare coese tutte le varie forze politiche che si riconoscono nella Costituzione repubblicana. Questo ancora più, in un momento in cui davanti a noi scorrono le immagini provenienti da un paese che continuiamo a ritenere democratico, gli Stati Uniti di America, con uomini, donne e bambini bloccati dentro gli aeroporti, limitati nelle loro libertà più basilari per il semplice fatto di appartenere a una determinata comunità nazionale”.

Il vicesindaco Sassi ha poi voluto sottolineare come “il Tricolore che oggi è stato innalzato nel ricordo di don Pasquino e degli altri martiri non è per noi un sinonimo di nazionalismo e non ha nulla a che vedere con il populismo e l’intolleranza, mentre ha tutto a che vedere con la difesa delle libertà e della democrazia e con la fedeltà alla Costituzione”.