Bonforte (Si): “Renzi, dalla rottamazione alla rimozione”

30 gennaio 2017 | 19:21
Share0
Bonforte (Si): “Renzi, dalla rottamazione alla rimozione”

L’esponente di Sinistra italiana: “Il nostro compito politico immediato: spostare l’elettorato di sinistra fuori dall’abbraccio di Renzi-Verdini-Berlusconi”

REGGIO EMILIA – “Dopo la rottamazione Renzi diventa l’alfiere della rimozione. Con il solito piglio agita la convention degli amministratori del PD, promettendo vittorie future, ma omettendo le ragioni delle sconfitte passate. Sconfitte non di poco conto. Aver tenuto inchiodato l’intero paese intorno ai deliri costituzionali del suo cerchio magico non gli sembra meritevole di una spiegazione. Come mai 19.420.271 di italiani hanno bocciato il quesito (ben di più dei 15.783.269 di italiani che bocciò nel 2006 il quesito di Berlusconi)? Nessuna risposta giunge dalle parti del PD.

Né maggiori spiegazioni arrivano in merito alla bocciatura della Corte Costituzionale della legge elettorale, che era stata imposta a colpi di fiducia. Come mai si è scritta una legge palesemente anticostituzionale? Come mai, aggiungerei, il Presidente della Repubblica non l’ha rinviata alle Camere per vizi evidenti di costituzionalità? Ci sarebbe da ridere se non si percepisse l’allarme di una situazione in cui l’unico filtro fra l’azione del governo e l’illegalità costituzionale è il popolo sovrano e la Consulta, poiché le aule del Parlamento ed il Colle ormai approvano sotto dettatura ogni richiesta del Principe.

Ma se la manovre eversive di Renzi in ambito istituzionale non gli hanno dato soddisfazione, non meno sofferenza viene dal bilancio sulla politica economica e sociale. Dopo aver speso ben 30 miliardi in bonus vari, con lo scopo ufficiale di far ripartire l’Italia, ma con quello più realistico di comprarsi il consenso per il referendum, siamo oggi al redee rationem: la commissione europea (che gli aveva benevolmente dato corda sperando in un esito positivo del referendum) ora rifà i conti e ci chiede un aggiustamento di almeno 5 miliardi. E i dati Istat certificano, che assorbita la droga degli incentivi, l’occupazione ristagna alla faccia del tanto sbandierato provvedimento rivoluzionario del jobs act.

I 1000 giorni di Renzi sono stati un autentico disastro per il paese. Ma da giocatore compulsivo qual è persa una mano, raddoppia la posta, per rifarsi nella mano successiva. Le elezioni politiche anticipate potrebbero permettergli di cancellare la sinistra PD dal parlamento, e di presentarsi quale unico leader di un’area di centro allo sbando, contro il pericolo M5S, puntando così ad un governo PD-FI.

E’ questo oggi il nostro compito politico immediato: spostare l’elettorato di sinistra fuori dall’abbraccio di Renzi-Verdini-Berlusconi. Bisognerà certo costruire un nuovo progetto di governo del paese. Ma ciò potrà essere fatto solo sulle macerie di questo PD. O lo fa la sinistra nuova, con una sua proposta convincente e radicale, come già avviene in molti paesi europei, o questo compito verrà preso in mano dalla destra “sovranista”, che potrebbe così esercitare per un non breve periodo l’egemonia sulle classi popolari.

C’è nel nostro paese l’energia politica e sociale per una alternativa. Questa prospettiva passa per la deflagrazione di quell’esperimento sbagliato che è stato il PD. La sinistra deve avere una propria casa e non essere legata obtorto collo ad un’area moderata che l’ha prima snaturata e poi ridotta all’impotenza. Solo così potrà giocare una propria partita ed essere riconoscibile agli occhi dei ceti popolari sfiniti e disorientati da una crisi sociale di una feroce.