Aria pessima, domenica stop alle auto

31 gennaio 2017 | 18:05
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Aria pessima, domenica stop alle auto

L’Arpae: in rosso 37 centraline su 42 in tutta la regione. I superamenti avvengono oramai anche fuori dai grandi centri urbani. I rischi delle Pm2.5

REGGIO EMILIA – L’aria in Emilia-Romagna e’ pessima anche oggi (“I valori resteranno elevati, pur con valori in progressiva diminuzione rispetto ai giorni precedenti”), ma soprattutto nemmeno nei prossimi giorni e’ previsto un rientro nei limiti di legge per quanto riguarda le polveri sottili. Per domani e giovedi’, infatti, “si prevede una flessione dei valori in conseguenza del transito di una debole perturbazione. Si stima tuttavia che le concentrazioni rimarranno con elevata probabilita’ superiori ai limiti”.

Lo ammette Arpae, l’agenzia ambientale della Regione, che in una nota fa il punto sull’emergenza smog degli ultimi giorni. Le contromisure: scatta per il 5 febbraio la domenica senz’auto (le cosiddette “domeniche ecologiche”) in 28 Comuni. Sono Piacenza, Parma, Reggio Emilia, Modena, Bologna, Ferrara, Ravenna, Forli’, Rimini nonche’ a Carpi, Castelfranco Emilia, Formigine, Sassuolo (Modena); Casalecchio, Imola, San Lazzaro, Castel Maggiore, Calderara di Reno, Castenaso, Granarolo, Pianoro, Zola Predosa, Argelato, Ozzano (Bologna); Faenza, Lugo (Ravenna), Cento (Ferrara) e Riccione (Rimini).

Arpae conferma che nella giornata di ieri le Pm10 hanno superato i limiti in 37 centraline su 42 in Emilia-Romagna “e i massimi -a livello provinciale- sono compresi i 96 e i 150 microgrammi per metrocubo”, col record di Guastalla (Reggio Emilia). “Una situazione – precisa l’agenzia – che perdura da oltre una settimana ed e’ molto simile a quella registrata nelle vicine Lombardia e Veneto, dove i record sono anche piu’ elevati (oltre i 150 microgrammi per metro cubo). La novita’ e’ che si e’ passati da episodi di inquinamento circoscritto ai grandi centri urbani e registrato dalle stazioni ”di traffico”, a superamenti comuni in quasi tutte le stazioni”.

Arpae spiega che le cause di cio’ sono essenzialmente due. “La prima e’ di tipo meteorologico. Sulla Pianura Padana e’ presente da giorni uno strato d’aria calda che scorre su quello piu’ freddo al suolo, determinando un’inversione termica tra i 600 e i 900 metri, che permane anche nelle ore diurne, e schiaccia verso il suolo tutti gli inquinanti; i venti sono calmi in tutto lo strato d’aria al di sotto dell’inversione termica. Questi due fatti concomitanti impediscono di fatto la dispersione degli inquinanti, che progressivamente si accumulano”.

La seconda causa, invece, “dipende dalle polveri d’origine secondaria, cioe’ da quella parte di aerosol che si forma in atmosfera per effetto delle reazioni e trasformazioni fisico-chimiche a cui vanno incontro alcuni composti gassosi quando entrano in atmosfera. Queste polveri si vanno a sommare con quelle di tipo primario emesse direttamente dalle fonti emissive (riscaldamento, traffico, industria)”. Il risultato e’ che non esiste piu’ differenza tra i grandi centri e l’aperta campagna. Inoltre, il boom di polveri riguarda in particolare le insidiosissime polveri ultrasottili.

I dati, sottolinea infatti la nota, “mostrano inoltre elevati valori di Pm2.5 che in alcune stazioni risultano prossimi ai valori di Pm10, evidenziando come gran parte della massa di Pm10 sia attribuibile a frazioni dimensionali di piccolo diametro. L’ulteriore incremento osservato nelle due ultime giornate (29 e 30 gennaio) e’ dovuto all’arrivo di masse d’aria calda in quota dai quadranti meridionali che hanno reso ancor piu’ difficile il rimescolamento in verticale”.